Appuntamento dal 27 aprile al 1 maggio per il Working Title Film Festival, terza edizione del festival di cinema e lavoro che si tiene a Vicenza. L’iniziativa è promossa da Lies, Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale, con il contributo, per il primo anno, di Cgil, Cisl e Uil del territorio.
La rassegna è nata nel 2016 con l’obiettivo dichiarato di “dare spazio al meglio della produzione audiovisiva indipendente che racconta con sguardi e linguaggi originali il mondo del lavoro e i molteplici temi che con esso si intrecciano. L’obiettivo è dare visibilità alle opere audiovisive ai margini della distribuzione ufficiale e mainstream, al cinema emergente, creando una rete fra filmmaker indipendenti e pubblico. Il festival vuole portare uno sguardo contemporaneo sui nuovi modelli e condizioni del lavoro, evidenziando non solo gli aspetti negativi, legati alla precarietà, alla frammentazione e alla riduzione dei diritti, ma anche le possibilità creative”.
Tre le sezioni e 32 i film in concorso. L’apertura, il 27 aprile, è affidata a Non ho l’età di Olmo Cerri, sulle storie dei migranti italiani nella Svizzera del dopoguerra che scrivevano alla cantante Gigliola Cinquetti lettere colme di speranze e sogni infranti, seguito da The Harvest di Andrea Paco Mariani, un documentario musicale sulla lotta dei braccianti sikh sfruttati dai caporali nelle campagne dell’Agro Pontino.
Tra i film presentati, si segnala Taste of Cement di Ziad Kalthoum (miglior film al festival Visions du Réel di Nyon nel 2017) sugli operai edili siriani che, fuggiti dalla guerra e approdati a Beirut, costruiscono i grattacieli della capitale libanese.
Le proiezioni sono alla Sala del Ridotto del Teatro Comunale Città di Vicenza, che ospita due sezioni, quella dedicata ai lungo e mediometraggi (10 film) e quella dedicata ai corti (13 opere), nei giorni 27, 29, 30 aprile e 1 maggio.
Una nuova sezione, Extraworks, dedicata ai cortometraggi sperimentali e alla video arte, sarà invece ospitata la sera del 28 aprile da Exworks, officina riconvertita a spazio artistico e di design.
Sempre il 28 aprile, ma alle 15, a Exworks si terrà anche la conferenza “2008-2018 Rappresentazioni del lavoro nell’audiovisivo in un decennio di crisi”. I relatori sono il filosofo Enrico Terrone, il docente di cinema e letteratura italiana alla Louisiana University Paolo Chirumbolo, la responsabile dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea Elena Testa, la ricercatrice e critica della serialità Chiara Checcaglini, e i ricercatori Tiziano Toracca e Angela Condello.
Tre le giurie, composte da due membri ciascuna, che assegneranno i premi ai vincitori delle diverse sezioni.
La direzione artistica è affidata alla filmmaker pugliese Marina Resta, promotrice della rassegna insieme a Giulio Todescan.
Nastro d’Argento al corto La giornata
Il cortometraggio La giornata di Pippo Mezzapesa ha ottenuto un Premio speciale per l’impegno sociale ai Nastri d’Argento 2018.
Il corto è stato prodotto dalla Cgil per denunciare, attraverso il ricordo dell’ultima tragica giornata di vita di Paola Clemente, il tema dello sfruttamento del lavoro nelle campagne pugliesi.
Il film, entrato anche nella cinquina finalista ai David di Donatello, è stato realizzato da Mezzapesa con la giornalista e sceneggiatrice Antonella Gaeta e a partire dalle inchieste di Giuliano Foschini. Grazie alle denunce della Cgil e alle inchieste di Repubblica si è potuto fare luce su una morte altrimenti archiviata come naturale, e dove le indagini hanno permesso di scoprire un sistema più avanzato di caporalato.
I nastri d’argento sono assegnati dal Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani.
La Uil premia i giovani di Job ciak
Believe, cortometraggio del diciottenne Duccio Zanone, ha vinto la 1° edizione di “Job ciak – I giovani riprendono il lavoro”, il video contest organizzato da Uil e UilWeb.Tv. Filo conduttore di quest’anno i giovani e il lavoro, tema sul quale videomaker dai 18 ai 35 anni si sono cimentati raccontando la propria idea di lavoro. La giuria era guidata da Laura Delli Colli e ne hanno fatto parte Franco Di Mare, Valentina Lodovini, Gianfranco Pannone e Salvo Ugliarolo.
Questa la motivazione del premio a Believe: “Perché riesce a esprimere, con efficacia, lo stato d’animo dei più giovani nell’attesa, spesso deludente, e nel primo e difficile impatto con il mondo del lavoro, ma anche l’importanza di resistere e la volontà di reagire senza rinunciare né perdere la speranza di potercela fare, ripartendo sempre, tenacemente, da se stessi, nonostante le difficoltà”.
La cerimonia di premiazione si è svolta a Roma presso gli Studi di Cinecittà.
Costantino Corbari