La vertenza Whirlpool è a un bivio. L’azienda ha comunicato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Napoli il 1° di novembre se le carte in tavola non dovessero cambiare. La pista svizzera, che porta al gruppo Prs, non piace al sindacato. Rosario Rappa, segretario generale della Fiom di Napoli, al Diario del lavoro spiega che la soluzione Prs non è percorribile, visto che la produzione di frigo-container non offre nessuna garanzia. Inoltre Rappa spiega come il mercato degli elettrodomestici sia notevolmente migliorato rispetto al 2018, con buone chances per lo stabilimento di Napoli di continuare a produrre. Ma soprattutto il leader sindacale chiede che il governo metta da parte i proclami per dare seguito azioni concrete che facciano rispettare all’azienda gli impegni presi. In ballo, afferma Rappa, c’è anche la credibilità del governo stesso.
Rappa qual è la situazione dello stabilimento Whirlpool di Napoli?
Ci troviamo in una situazione nella quale il mercato degli elettrodomestici è in netto miglioramento rispetto al 2018. Ci sono dunque tutte le condizioni per permettere allo stabilimento di Napoli di continuare a produrre. Quello che chiediamo è che Whirlpool mantenga gli impegni presi. Se poi dovesse presentarsi un nuovo acquirente, con un piano industriale serio, che garantisse ai 420 lavoratori e a quelli dell’indetto la piena occupazione non avremmo di certo problemi, ma ad oggi il datore di lavoro resta Whirlpool.
Ritiene valido il possibile trasferimento al gruppo svizzero Prs?
No.
Perché?
Perché stiamo parlando di un piano non solido. I frigo-container che la Prs andrebbe a produrre sono ancora un prototipo. Non c’è dunque un mercato di riferimento strutturato. Inoltre il passaggio, tra riconversione e formazione dei lavoratori, richiedere più o meno tre anni per essere completato. Ma un tempo così lungo non possiamo permettercelo.
Nelle ultime ore è circolata anche l’ipotesi di un acquisto dello stabilimento da parte dei lavoratori. Crede che sia una strada percorribile?
Si tratta di un’idea non lanciata dal sindacato. Allo stato attuale credo che le strade da intraprendere siano altre.
Quali?
Prima di tutto avere delle risposte concrete dal governo. La Regione Campania ha messo sul piatto 20 milioni per lo stabilimento che, trovandosi in un’area di crisi complessa, potrebbe ricevere ulteriori finanziamenti. Ma prima di tutto bisogna capire se il governo riuscirà a far tornare Whirlpool sui propri passi.
Come valuta la gestione della vertenza da parte dei due governi Conte?
Fin dall’inizio il governo ha espresso la sua vicinanza alle nostre posizioni. È un dato positivo, del quale prendiamo atto, ma ora servono azioni concrete. Il ministro Patuanelli ha detto che farà un atto unilaterale nei confronti dell’azienda. Ma non abbiamo ancora capito cosa voglia dire concretamente. Se il governo italiano non è in grado di far rispettare gli accordi vuol dire che non avrebbe più senso firmarli, se poi, poco dopo, vengono disattesi. C’è in gioco anche la credibilità del governo stesso.
Tommaso Nutarelli