La spesa per il welfare in Italia “ammonta nel 2015 a 447,396 miliardi e incide per il 54,13% sull’intera spesa statale e per il 27,34% sul Pil, uno dei livelli più elevati in Europa”. Lo ha affermato il presidente del centro studi di Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, presentando il quarto rapporto sul sistema pensionistico e assistenziale. “È evidente – ha sottolineato Brambilla – che si tratta di un onere difficilmente sostenibile in futuro, che già ora limita gli investimenti pubblici in tecnologia, ricerca e sviluppo, unica via per garantire la competitività del paese e un futuro più favorevole per le giovani generazioni, già gravate da un abnorme debito pubblico”.
Nel 2015, secondo lo studio, il numero dei pensionati è sceso a quota 16.259.491, in calo di 80.114 rispetto al 2014 (riportando i valori a quelli del 1998). Anche il numero delle prestazioni è diminuito a 23.095.567, tornando ai valori del 2004. Ogni pensionato “riceve in media 1,427 prestazioni: questo porta la pensione media da 12.136 euro annui a 17.323 euro, ben al di sopra dei mille euro al mese”. Nonostante il calo del numero di prestazioni e dei pensionati, “la spesa per prestazioni e quella assistenziale è aumentata e questo si riflette nell’aumento della pensione media (+4,12%)”. Inoltre, il rapporto tra occupati e pensionati nel 2015 “è pari soltanto a 1,388 attivi per pensionato”.