“Come sapete io sono scettico”, così Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del Consiglio dei Governatori della Bce, ha espresso il suo disappunto per la decisione dell’Eurotower di avviare un programma di politica monetaria espansiva fondato su acquisti a titolo definitivo di bond del debito pubblico dei paesi dell’Eurozona. Tra gli scopi della mossa della Bce la necessità di combattere la deflazione.
“Ho sempre pensato che non ci fosse alcuna urgenza per questa misura, non ultimo per il fatto che gli acquisti di titoli di Stato non sono strumenti di politica monetaria come i tassi di interesse, tanto per fare un esempio”, ha sottolineato Weidmann.
Inoltre, “il rischio di una ampia e diffusa deflazione continua ad essere molto limitato. Weidmann ha sottolineato come la bassa inflazione nei paesi colpiti dalla crisi “e’ conseguenza del necessario processo di aggiustamento economico”.
“E’ vero che l’inflazione è bassa da qualche tempo e che le previsioni sono deboli – ha proseguito ancora Weidmann – tuttavia il livello e’ dovuto soprattutto alla veloce caduta dei prezzi dell’energia, e in particolare del petrolio”.
Inoltre per Weidmann, bisogna cambiare le regole su titoli di Stato. La commissione di Basilea per la supervisione bancaria “ha un’importante ruolo da giocare”: dopo aver “stretto le regole di capitale sulle banche”, deve “cambiare il trattamento regolatorio dei titoli di Stato”.
Secondo Weidmann questo sarebbe un “passo importante”, perchè “rafforzerebbe la credibilità della clausola di non bail-out'”.
Le regole internazionali, ha aggiunto, stipulano che “i bond governativi emessi da paesi sviluppati nella loro moneta sono valutati come asset senza rischi” e questo significa che “le banche non devono sostenerli con capitale e non ci sono limiti per larghe esposizioni su titoli di stato”. Per Weidmann questo “trattamento preferenziale ha fatto investire le banche in titoli di Stato del loro paese piuttosto che fornire credito al settore privato”, ha concluso.
Si tratta di un vecchio cavallo di battaglia del numero uno della Bundesbank che vorrebbe inserire i titoli di Stato posseduti dalle banche tra gli attivi ponderati per il rischio, invece che considerarli “risk free (senza rischi)”. Infatti, al netto delle disposizioni regolamentari dell’Eba del 2011 sul rischio sovrano, le posizioni in titoli di Stato non necessitano di specifici accantonamenti di capitale a fronte del rischio sovrano.
Va però rilevato che a partire dal 1 gennaio 2013, tutti i titoli di Stato emessi nell’Eurozona contengono la clausola Cac (Clausola di azione collettiva) che consente a un qualificato quorum di obbligazionisti di votare anche per la ristrutturazione del debito di uno Stato che ha difficoltà a rimborsare i propri titoli di Stato ai creditori. La Cac è stata applicata, in forma retroattiva, per la prima volta ai titoli di Stato greci in occasione della ristrutturazione del debito pubblico ellenico in mano ai privati.
Il presidente della Bundesbank si è inoltre espresso sull’agenda di riforme per il mercato del lavoro del presidente del consiglio Matteo Renzi: “I suoi sforzi per arrivare ad un unico contratto di lavoro, ha sottolineato Weidmann – meritano ogni sostegno. Il realizzarsi di queste riforme è in questo momento di cruciale importanza”.
“Le riforme del mercato del lavoro in Italia e Spagna – ha concluso Weidmann – hanno l’obiettivo di ridurre la segmentazione del mercato del lavoro”.
E.G.