Lo scorso 15 novembre le organizzazioni sindacali milanesi, sollecitati dal Prefetto, hanno sospeso lo sciopero dei mezzi pubblici il 15 novembre perché in concomitanza con la partite di calcio allo stadio di San Siro tra Italia e Germania. La decisione è comprensibile e porta con sé la razionale considerazione che un evento di qualunque natura che coinvolge migliaia di persone in via di principio deve essere garantito. Fin qui nulla di strano. Se non che per tutte le altre decisioni di sciopero non vale lo stesso ragionamento per tutelare le diecine di migliaia di persone, che non sono protetti da eventi straordinari ma che devono pur tuttavia presentarsi puntuali al lavoro. Come salvaguardare nello stesso tempo il diritto di sciopero e il diritto altrettanto rispettabile ad usufruire del servizio pubblico ? L’esercizio dello sciopero ha come obiettivo di infliggere un danno economico alle imprese per ottenere benefici contrattuali. Il danno arrecato agli utenti è un tipico effetto collaterale. Forse sarebbe il caso di adottare nuove modalità di gestione del conflitto che mantengano l’efficacia delle forme di lotta senza far pagare prezzi eccessivi ai cittadini. Se lo sciopero fosse virtuale e i costi sopportati dai lavoratori in termini di perdita della retribuzione assieme alle perdita di entrate delle aziende finissero in un fondo comune destinato al welfare aziendale (prestazioni di sanità integrativa, erogazione di borse di studio ai figli dei dipendenti) non sarebbe riprovevole né altererebbe le dinamiche contrattuali. Nello stesso tempo I cittadini sarebbero maggiormente salvaguardati e certo non mancherebbe la loro solidarietà a tutto vantaggio della credibilità politica del sindacato.
Walter Galbusera