Le 28 lavoratrici che rientrano al lavoro nel sito di Bologna, il cauto ottimismo del Mimit, dei sindacati, ma anche dei joint liquidator inglesi. Ieri, invece, la doccia fredda. Il Tribunale di Bologna ha rigettato il ricorso per la conversione in amministrazione straordinaria della procedura di liquidazione giudiziale di La Perla Global Management UK, la società di diritto britannico proprietaria del marchio di lingerie e degli asset del gruppo, in liquidazione giudiziale in Italia e Regno Unito. La richiesta, formulata dai commissari italiani di La Perla Manufacturing Srl in amministrazione straordinaria, era stata avanzata dai commissari italiani affinché le liquidazioni giudiziali venissero assorbite in un’unica Amministrazione Straordinaria dei tre rami – La Perla Uk, La Perla Italia e La Perla Manufacturing – per la gestione unitaria dell’insolvenza del gruppo e la salvaguardia dei livelli occupazionali.
“È convincimento di questo Tribunale che non solamente la procedura di vendita dei complessi produttivi di La Perla Manufacturing in Amministrazione straordinaria, ma anche il raggiungimento degli obiettivi della procedura ‘madre’ – i quali dovrebbero essere agevolati dalla conversione – oltre alla gestione unitaria dell’insolvenza nell’ambito del gruppo transitano, invero, necessariamente attraverso il Protocollo in materia di insolvenza transfrontaliera”. Questa la motivazione del Tribunale di Bologna contenuta nel decreto di 21 pagine.
Il Tribunale fa riferimento al protocollo a cui stanno lavorando le procedure italiana e inglese per definire la cessione unitaria degli asset del gruppo e che “a oggi non è stato approvato dalle parti”. Per i giudici è “solare che l’idoneità ad agevolare gli obiettivi della procedura ‘madre’ di La Perla Manufacturing srl in Amministrazione straordinaria è data dalla mera sottoscrizione del Protocollo”, mentre “l’invocata conversione è, al contrario, del tutto irrilevante rispetto al risanamento” nel caso che il protocollo venga “definito in tutti i suoi aspetti”.
Il pronunciamento del Tribunale arriva prima dell’incontro in teleconferenza tra sindacati, Regione Emilia-Romagna e i commissari italiani, che alla luce di questo ulteriore risvolto negativo hanno ritenuto di aggiornarsi con un nuovo incontro il prossimo 22 ottobre alle ore 10. Questa volta, però, in presenza. “Riteniamo inaccettabile che non ci sia ancora un testo definitivo del protocollo che raccordi le 4 procedure giudiziali e le normative italiane e inglesi. Le tempistiche di salvataggio di tutte le aziende del gruppo e, quindi, della vendita congiunta passano inevitabilmente dalla sua stesura”, affermano Stefania Pisani della Filctem-Cgil di Bologna e Mariangela Occhiali della Uiltec-Uil di Bologna al termine dell’incontro convocato dal Mimit, sottolineando la disapprovazione per l’inerzia del Mimit che non si è adoperata per tempo nella definizione del protocollo.
“È fondamentale – proseguono – che le maestranze uniche di La Perla vengano tutte messe nella condizione di esprimere le proprie abilità lavorative se vogliamo raggiungere il necessario obiettivo di salvare L’occupazione che è il presupposto per salvare il marchio del Made in Italy di qualità”.
“Non nascondiamo la nostra preoccupazione per la mancata attrazione in Amministrazione straordinaria, anche perché l’abbiamo da sempre ritenuta la soluzione più congeniale al riavvio delle attività e al mantenimento occupazionale. In alternativa all’attrazione é evidente che non vengono meno i nostri obiettivi: riavvio delle attività e mantenimento occupazionale ma urge accelerare i tempi”, concludono.
Elettra Raffaela Melucci