A valle dell’incontro richiesto dalle organizzazioni sindacali di settore con il colosso petrolifero Esso, Filctem, Femca e Uiltec di Roma e Lazio denunciano l’esito dell’apertura della procedura di legge 223/1991 in cui si dichiarava la volontà della compagnia di chiudere la sede di Roma che comporterebbe il licenziamento di tutti i lavoratori impiegati. “Dopo anni di corrette relazioni industriali con una realtà aziendale importante come la Esso Italia – scrivono i sindacati -, oggi ci troviamo di fronte a un muro di indifferenza nei confronti delle sorti degli ultimi dipendenti della sede di Roma, non rientrati nell’acquisizione IP-API. A fronte di una nostra richiesta di valutare un incentivo per il cambio di sede o per agevolare l’uscita dei colleghi o per favorire lo smart working, non hanno neppure voluto aprire il confronto”.
“Eravamo convinti – proseguono – di trovare insieme con l’azienda una soluzione in grado di ridurre al minimo l’impatto generato dalla procedura di licenziamento dei lavoratori coinvolti, a cui, come soluzione alternativa, si proponeva il cambio di sede a parità di condizioni contrattuali. Una prospettiva dolorosa e difficile per i nostri colleghi, con le famiglie a 500 chilometri di distanza. Tuttavia non vi è stata alcuna proposta da parte dell’azienda, solo la formalizzazione della volontà di attuare rigidamente la procedura”.
I sindacati riferiscono che la Exxon Mobil Corporation, di cui fa parte la Esso Italia, ha dato seguito al progetto di dismissione delle sue attività nel nostro paese fin dal 2001 con la riduzione, negli anni, da circa 1.100 dipendenti sulla sede di Roma e circa 1.000, distribuiti tra raffinerie e depositi, agli attuali 107, tra la sede di Roma, Vado Ligure e la Chemical Division Milano. Dal 7 novembre 2012 al 14 febbraio 2018 ha ceduto 1571 punti vendita della Rete. Il 1 dicembre 2018 ha venduto la Raffineria di Augusta e i depositi di Napoli, Palermo e Augusta alla Sonatrack. Il 1 Ottobre 2023 ha venduto le azioni della Raffineria di Trecate e i Depositi Arluno, Chivasso, Genova, Calata Canzio ad Api-IP. “Tale quadro descrive con chiarezza quale possa essere il “Piano Industriale” della compagnia nel nostro Paese”.
“Fino al 24 novembre – concludono Filctem, Femca e Uiltec di Roma e Lazio – le varie dismissioni e vendite sono state gestite dalla società, nelle sue ricadute sui lavoratori, con noi e le Rsu, sempre con uscite di carattere volontario e sostenuto anche economicamente. Ci chiediamo come 7 lavoratori della sede di Roma, non rientrati nella recente acquisizione IP-API solo per la necessità aziendale di avere un supporto amministrativo e contabile fino alla totale dismissione del 31 marzo 2024, oggi vengano abbandonati al loro destino. Per noi si tratta di una decisione incomprensibile e inaccettabile”.
e.m.