Prosegue la mobilitazione dei lavoratori di Eni Versalis contro la chiusura degli impianti di cracking decisi dall’azienda partecipata. La Cgil e le Federazioni di Categoria coinvolte hanno organizzato tre momenti di incontro collettivi per discutere delle conseguenze “di questa scelta scellerata – si legge in una nota della Filctem Cgil – per un settore strategico con produzioni indispensabili per tutto il sistema industriale nazionale. Conseguenze che si ripercuoteranno non solo sugli oltre 20.000 addetti diretti e indiretti dei siti di Brindisi, Priolo e Ragusa, ma anche su quelli di tutti gli altri stabilimenti e delle aziende con cui condividono il ‘condominio industriale’ a Ferrara, Ravenna, Mantova, Porto Marghera e Porto Torres”.
La prima iniziativa è prevista a Ferrara domani, martedì 11 febbraio, e vedrà coinvolti i siti industriali dell’industria chimica del quadrilatero padano: Ferrara, Mantova, Porto Marghera e Ravenna. Le prossime tappe saranno a Brindisi lunedì 17 febbraio e a Siracusa martedì 18 febbraio. In tutte e tre le occasioni saranno coinvolte le istituzioni locali e i parlamentari eletti sul territorio.
“Il Governo fermi questo scempio”, dichiara il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo. “Non possono essere gli interessi degli azionisti, tanto più in un’impresa partecipata, a decidere indirizzi di politica industriale che hanno ricadute su tutto il sistema manifatturiero italiano dai punti di vista industriale, ambientale e sociale, ed effetti deleteri sulla competitività del Paese, che verrebbe condannato alla dipendenza estera”.
E.G.