Jole Vernola, responsabile delle politiche del Lavoro e del Welfare di Confcommercio, intervistata dal Diario del Lavoro sulla firma dell’accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro del settore terziario.
Quali sono, secondo lei, i fattori principali che hanno reso possibile l’accordo?
La firma del rinnovo è stata determinata, anzitutto, dalla volontà delle parti, tutte, nel trovare soluzioni e risposte efficaci. Per noi, così come abbiamo sempre detto, un contratto nazionale ‘deve’ essere capace di dare risposte concrete, e l’esserci riusciti rende chiaro il perché il nostro sia uno dei contratti più applicati a livello nazionale. Sebbene il negoziato, iniziato nel novembre del 2013, non sia stato proprio una passeggiata, abbiamo cercato di considerare tutte le difficoltà contingenti, guardando al come aiutare le imprese e mantenendo, al contempo, la massima attenzione ai costi.
Potrebbe citarmi uno degli elementi più innovativi del contratto?
Certamente. Le disposizioni riguardanti la flessibilità oraria, ad esempio, recepiscono la differenziazione di esigenze proprie di ciascun settore. Nel terziario, infatti, la domanda di lavoro è discontinua e determinata da diversi fattori, come festività, turismo o promozioni. Essere stati in grado di trovare uno strumento che agevola l’azienda, mettendola nelle condizioni di adoperare le risorse umane in maniera più efficace, è sicuramente uno degli elementi più all’avanguardia del contratto.
Nel testo del contratto ci sono riferimenti al Jobs act?
No, non ce n’è stato bisogno.
Come mai?
Bhé, perché l’incentivo alle assunzioni lo abbiamo realizzato tramite disposizioni come quella riguardante le norme di sottoinquadramento. L’azienda, in pratica, avrà modo di sopperire ai propri picchi di domanda tramite assunzione a tempo determinato di soggetti deboli, ossia quelli che, una volta usciti dal mercato del lavoro, fanno fatica a rientrarvi. Ecco, questo è uno di quegli strumenti che rappresenta una doppia opportunità, tanto per le aziende, quanto per i lavoratori.
Qual è quindi, in definitiva, il valore aggiunto di questo contratto?
Sicuramente il fatto di essere un contratto unitario, espressione dell’assunzione di responsabilità da parte, ripeto, di tutte le parti sociali, che non hanno rinunciato a esercitare quel fondamentale ruolo di attori della contrattazione che gli è proprio. Per questo credo che la firma del contratto si possa considerare come un segnale positivo per l’intero paese.
Fabiana Palombo