“Ogni anno circa un milione di imprese è costretto a confrontarsi con le organizzazioni criminali”. Lo denuncia il presidente di Confsercenti, Marco Venturi, nel corso dell’assemblea dell’associazione.
Le imprese, ha proseguito Venturi, “si ritrovano con un’asfissiante pressione mafiosa che pretende ora il pizzo, ora un prestito usuraio e altre volte vuole imporre merce, servizi, assunzioni di mano d’opera”. Confesercenti riconosce i meriti del ministro dell’Interno Roberto Maroni, delle forze dell’ordine e della magistratura nella lotta al crimine, ma “la strada è ancora lunga”, quindi la richiesta è di dare vita a un “grande patto nazionale contro le mafie che coinvolga le grandi confederazioni d’impresa, i sindacati, l’associazionismo sociale e quello antiracket, nonché il mondo della comunicazione e della cultura”.
Parlando di fisco Venturini ha detto “basta con un fisco lunare, in cui la pressione effettiva sulle imprese è del 53%» e che, di soli adempimenti, costa «oltre 18 miliardi. La pressione fiscale, che è debordante e ormai insostenibile va portata sotto il 40% in tre anni”.
Quanto alla manovra, Venturi riconosce che essa “si presenta come importante, corposa, ma è soprattutto una promessa, a partire dal rinvio dell’intervento sui costi della politica”. La strada da percorrere, secondo Venturi, è dunque fatta di cinque punti: oltre alla riduzione della pressione fiscale, il taglio della spesa, il varo di un progetto che preveda condizioni vincolanti per escludere dagli appalti società legate alla criminalità, puntare allo sviluppo e aggredire il nodo criminalità per liberare il Mezzogiorno dal ricatto mafioso.
Il fisco secondi Venturi è “fatto da 62.500 norme tributarie, che ci fa spendere oltre 18 miliardi per gli adempimenti e che ad un titolare di partite Iva costa 4.945 euro all’anno, rispetto ai 1.320 dei francesi, ai 1.290 dei britannici e ai 1.180 dei tedeschi”. L’Italia, da questo punto di vista, è dunque “campione di complessità, visto che da noi è gravoso perfino inventare, perché su ogni brevetto pesano tre tasse”. Venturi parla di “tasse complicate, tasse invasive, che paghiamo per raccogliere i funghi, per sposarci, sulle suppliche, sui funerali e chi è contrario alle centrali nucleari le finanzia già attraverso la bolletta elettrica”
La priorità dei commercianti è dunque quella di “bbassare la pressione fiscale, compensando le minori entrate con la riduzione della spesa pubblica e non con il gioco delle tre carte, come si è tentato di fare spostando il prelievo dall’Irpef all’Iva, con inevitabili effetti negativi sui consumi e sull’economia”.
“quanto alle proposte del Governo – ha detto – in tema di riforma fiscale, i preannunciano tre aliquote Irpef, 20-30-40%, ma sostanzialmente ci lasciano nell’incertezza totale, perché non sappiamo quali saranno i nuovi scaglioni, che fine faranno le detrazioni e quali saranno le deduzioni. “Bisogna rendere chiaro chi ci guadagna e chi ci perde”.
Inoltre, conclude “con il federalismo fiscale potrebbe arrivare una stangata da 5-6 miliardi, a causa dell’incremento dell’addizionale Irpef delle Regioni”. Venturi avverte anche che “quando tutte le province aumenteranno l’addizionale sull’Rc auto nelle tasche degli italiani ci saranno ben 550 milioni di euro in meno e che quando anche i comuni useranno l’arma dell’addizionale Irpef ci sarà un ulteriore scippo di 500 milioni”. (LF)
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