“Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono dei campanelli d’allarme a cui guardiamo con molta attenzione perché, malgrado alcuni passi in avanti siano stati compiuti nel campo della prevenzione, i fatti di cronaca continuano a scuoterci con ancora troppa frequenza”. Lo ha dichiarato il segretario confederale dell’Ugl, Paolo Varesi, sul tema della sicurezza sul lavoro, aggiungendo che “sono numerose le iniziative promosse dalle istituzioni, dalle organizzazioni sindacali e da varie associazioni volte ad informare i lavoratori sui rischi legati allo svolgimento delle loro attività professionali e sulla doverosa adozione delle misure di prevenzione, ma resta ancora tanto da fare perché si verificano ancora troppi episodi tragici che invece potrebbero essere evitati con la messa in campo di interventi più incisivi”.
Per il sindacalista “un allargamento delle maglie della normativa sui lavori usuranti può essere una via per contrastare i rischi di incidenti, anche se – aggiunge – la norma andrebbe rivista, focalizzando l’attenzione sul valore sociale del lavoro, perché oggi attribuisce solo un costo sociale ad una ristretta cerchia di attività e disciplina in modo molto severo l’accesso al trattamento pensionistico”. “Chi comincia a 15 anni a fare il muratore – spiega Varesi – non può andare in pensione a 67 anni, non solo perché a quell’età non è più in grado di sostenere tale attività senza correre rischi, ma anche perché, qualora fosse licenziato, non troverebbe altra collocazione se non quella del lavoro nero, restando quindi completamente privo di qualsiasi tipo di tutela. Ed è proprio questo – conclude – che dobbiamo impedire”.