Da poco rinnovato, il contratto delle cooperative sociali ha visto un rafforzamento della previdenza complementare e l’introduzione di nuovi strumenti per la conciliazione vita-lavoro. Nel documento è presente anche una voce specifica per le lavoratrici vittime di violenza. Un contratto, spiega Sabina Valentini, responsabile delle relazioni sindacali di Confcooperative, che pone al centro gli interessi del lavoratore e rafforza il ruolo delle cooperative sociali nel tessuto produttivo. Il testo, sottolinea Valentini, è figlio di una trattativa lunga e complessa, ma dimostra come delle buone relazioni industriali possono portare risultati eccellenti.
Valentini, partiamo dall’inizio, come si è svolta la trattativa?
È stata una trattativa lunga e complicata, che alla fine ha portato a un contrattato innovativo, nel quale si ribadisce l’importanza e il ruolo delle cooperative sociali nel tessuto produttivo e appunto in quello sociale.
Un contratto innovativo per quali motivi, in particolare?
Come detto, abbiamo voluto valorizzare il ruolo delle cooperative rafforzando i diritti dei lavoratori che vi operano, ampliando, al contempo, anche il bacino delle tutele. Va sottolineato come le cooperative sociali stanno già svolgendo una parte significativa nel coprire quelle aree alle quali non sempre il welfare pubblico riesce a far fronte, cercando di allargarne anche il raggio di azione. Tutto questo attraverso il rafforzamento degli strumenti di welfare esistenti, e introducendone dei nuovi.
Questo in che modo?
Nel contratto, ad esempio, mettiamo in grande rilievo il ruolo di quelle cooperative impiegate nell’inserimento nel mondo del lavoro di tutti quei soggetti più deboli, come lavoratori diversamente abili, minori a rischio ed ex detenuti. Si tratta di una funzione che nel tessuto socio-economico italiano ben poche altre realtà hanno. Su questo punto abbiamo trovato la convergenza e collaborazione anche dei sindacati.
Un altro aspetto molto presente nel contratto è quello della flessibilità. Come sarà declinata?
In quest’ottica abbiamo inserito delle linee guida per la banca delle ore, un istituto già presente nella contrattazione di secondo livello. La banca delle ore permette una migliore conciliazione della vita lavorativa e privata, e agisce anche come strumento di bilanciamento. Sul versante contrattuale abbiamo poi allungato la durata massima dei contratti a termine a 36 mesi, e a 40 per i lavoratori svantaggiati.
C’è poi, soprattutto, il rafforzamento del welfare integrativo.
Si, e questo è un aspetto che per noi ha un grande valore. Cerchiamo di instillare nei lavoratori la cultura e l’importanza del welfare integrativo. Fattivamente nel contratto abbiamo aumentato, per la previdenza complementare, la quota a carico dell’azienda, innalzandola dall’1 all’1,5%.
Nel contratto viene inserita anche una voce specifica per quanto riguarda le donne vittime di violenza.
Abbiamo voluto recepire nel nostro contratto la legge relativa alla violenza sulle donne. Si tratta di un punto che può fare veramente da apripista al livello contrattuale, e può avere una valenza divulgativa sugli strumenti che, nel mondo del lavoro, possono essere messi a disposizione per far fronte a situazioni di questo tipo.
Insomma, un sistema di relazioni industriali che pone al centro la persona?
Assolutamente sì. Dobbiamo sempre tenere a mente che nel mondo cooperativo i lavoratori sono anche soci, dunque ad ogni rinnovo puntiamo a offrire il meglio.
Tommaso Nutarelli
@tomnutarelli