Il mondo è sull’orlo dell’abisso. Antonio Guterres lancia l’allarme rosso. C’è poco tempo prima del tracollo, avverte il segretario generale dell’Onu. Mai l’umanità è stata così divisa e minacciata. Invoca un immediato taglio delle emissioni e chiede a tutti di svegliarsi. Joe Biden parla nella stessa sessione delle Nazioni Unite e promette un futuro migliore. Ma quale? Parole, parole, parole, cantavano Mina e Alberto Lupo.
Il buco dell’ozono ha raggiunto un’estensione superiore a quella dell’Antartide. Il servizio di monitoraggio atmosferico Copernicus misura una ferita nella stratosfera larga 23 milioni di chilometri quadrati. L’inarrestabile frattura dello schermo che ci protegge dalle radiazioni ha subito un’improvvisa accelerazione la scorsa settimana.
Se non si inverte la rotta sul clima, entro il 2050 circa 216 milioni di persone saranno costrette a lasciare le proprie case, sfollati in cerca di migliori condizioni atmosferiche.
Al confine tra Stati Uniti e Messico oltre diecimila disperati, in maggioranza originari di Haiti, sono stati ammassati dalle autorità del Texas sotto un ponte che collega la città di Del Rio con quella di Ciudad Acuña, nello stato frontaliero di Coahuila. La situazione igienico-sanitaria è pessima, le temperature vicino ai quaranta gradi. Chi tenta di scappare viene fermato dalla polizia a colpi di frusta.
Quest’anno la distruzione della foresta amazzonica è aumentata del 54 per cento rispetto al 2020. Due milioni di indios sono assediati e almeno 116 gruppi, i più vulnerabili, si nascondono nel profondo della selva, rifiutando ogni contatto. Ad attaccare gli indigeni sono innanzitutto i fazendeiros, i grandi latifondisti che avanzano impuniti, i garimpeiros, i cercatori d’oro, che assaltano i villaggi e vi portano droga, alcol, prostituzione, sempre pronti ad ammazzare, e i madeireiros, i tagliatori di alberi dal legno pregiato. Il Covid sta dando il colpo di grazia. Scompaiono tutti gli anziani, i grandi vecchi, come Feliciano Lana, guaritore e artista, che con i disegni raccontava tradizioni e leggende del suo popolo. Si sta cancellando una memoria di valori ancestrali che non potrà mai essere ricostruita.
Ogni giorno, tutti i giorni, settemila bambini al di sotto dei cinque anni muoiono di fame e di malnutrizione.
Si calcola che cinquantacinque milioni di individui, su una popolazione di sette miliardi e ottocento milioni, vaghino in cerca di salvezza inseguiti da carestie, siccità, guerre, cataclismi. Questo significa che ogni cento esseri umani, quattro sono in fuga dalla cattiva patria.
A Kabul, le donne hanno provato di nuovo a scendere in piazza per rivendicare i propri diritti. Ma la loro voce è sempre più flebile. Picchiate, maltrattate, discriminate, vessate, uccise. Una razza inferiore. I talebani e i terroristi dell’Isis si combattono a colpi di bombe e di kalashnikov ma sulla condizione femminile sono concordi. Nessuna libertà.
La guerra civile che sta distruggendo lo Yemen è scomparsa dai giornali ma non dalla tragedia quotidiana delle vittime. È cominciata nel settembre del 2014, proprio in questi giorni compie sette anni. Una delle peggiori catastrofi umanitarie da decenni.
Qualcosa del genere sta accadendo al Tigray, ridotto allo stremo, dove persino gli aiuti destinati agli etiopi scompaiono inghiottiti dal sanguinoso marasma.
Nel Mediterraneo, tra gennaio e agosto, sono affogati, a quel che si sa, almeno mille e duecento dannati dalla pelle nera.
I Rohingya, sballottati tra Myanmar e Bangladesh, confermano il record della minoranza più perseguitata.
Re Mswati III, dopo le proteste di luglio, ha ripreso in pieno il controllo dell’eSwatini, un lembo di territorio al confine tra Mozambico e Sud Africa. Un milione e trecentomila abitanti, due terzi dei quali sono scesi sotto la soglia minima di qualsiasi parametro. Il piccolissimo stato può però rivendicare due record: possiede il primato di diffusione dell’Aids e vanta l’unica monarchia assoluta ancora esistente. In questo periodo, si celebra la festa del giunco e le ragazze sfilano davanti al sovrano che di volta in volta sceglie chi aggiungere al proprio harem.
Le orecchie dei conigli si stanno ingrandendo, i becchi delle cinciallegre crescono di volume, alcuni pipistrelli hanno ali sempre più grandi. Un’evoluzione per sopravvivere ai peggioramenti dell’ecosistema.
Dall’inizio della pandemia, i contagi sono stati oltre 226 milioni, i morti quattro milioni e seicentocinquanta tremila. Ma, grazie ai vaccini, si sta assistendo ad un sostanziale calo dei casi. Una buona notizia. Almeno questa.
Marco Cianca