Sulle pensioni l’unità sindacale rischia di infrangersi, o almeno di riportare qualche frattura. Il giudizio di Cgil, Cisl e Uil sul pacchetto per la previdenza messo sul tavolo dal premier Paolo Gentiloni è molto articolato e mette in luce le prime vere divergenze tra le confederazioni. Le diverse posizioni emergono con chiarezza non tanto nelle dichiarazioni dei protagonisti, quanto nei nei dispositivi ufficiali approvati tra ieri sera e stamane dagli organismi confederali: nel testo della Cisl si invita a proseguire il confronto, senza far cenno ad azioni di alcun genere, in quello della Cgil compare la parola ‘’mobilitazione’’. Tuttavia, il sindacato guidato da Susanna Camusso non sarebbe intenzionato a indire uno sciopero generale, come pure si era ventilato, quanto a convocare una grande manifestazione a Roma, probabilmente il 2 dicembre, dedicata non solo alle pensioni ma un po’ a tutto il quadro economico e sociale: manovra, lavoro, precarietà, disuguaglianze, sanita’.
Per la Cgil le proposte del governo sono infatti “insufficienti” e qualora non ci siano modifiche entro la prossima riunione a Palazzo chigi, prevista per sabato, “il giudizio non potrà che essere negativo”. A quel punto, si legge nel testo di Corso Italia, si potranno “decidere, sulla base della discussione svolta, tutte le iniziative di mobilitazione nazionali utili a rendere chiara ed evidente la necessità di conquistare risposte coerenti con la piattaforma sulla previdenza e gli impegni già assunti dal Governo con la ‘fase 2’ del protocollo sottoscritto lo scorso anno”.
Il mandato del parlamentino della Cisl a Furlan è invece di “portare fino in fondo il negoziato”. Viene condivisa “l’azione sin qui condotta, imperniata su confronto, proposte e un costante dialogo, seppur difficile, con il Governo e le altre organizzazioni”. Ma allo stesso tempo chiede di “non disperdere i contenuti sino a oggi realizzati, battendosi per un ulteriore possibile ampliamento delle soluzioni individuate nel corso della trattativa con il Governo” e di confermare “la continuità del negoziato su tutti i temi condivisi, affinché non si arrivi a scelte che rendano irrilevante la funzione sociale del sindacato”.
Nel testo Cgil l’attenzione per l’unita’ sindacale è presente dove di parla di “lavorare per quanto possibile per mantenere in modo unitario il confronto”: ma, appunto, ‘’per quanto è possibile’’. La Cisl, a sua volta, ‘’auspica’’ un ‘’proseguo unitario del confronto’’; ma, appunto, ‘’auspica’’.
Termini che lasciano intendere una diversità di vedute e una possibile rottura di un rapporto che, fin qui, ha retto a molte dure prove: dalla campagna solitaria della Cgil contro il referendum costituzionale, alla altrettanto solitaria campagna per i referendum indetti dalla confederazione su voucher e articolo 18, fino alla stesura della nuova carta dei diritti del lavoro, firmata, anche in questo caso, dalla sola Cgil. In parallelo, le confederazioni hanno però in questi anni marciato unitissime su molti altri terreni cruciali: dai rinnovi contrattuali, tutti firmati unitariamente (compreso quello dei metalmeccanici, per la prima volta da molti anni) fino alla trattativa attualmente in corso con la Confindustria, che potrebbe portare a breve a una intesa sulle nuove relazioni industriali.
Quanto alla Uil, sembrerebbe in questo contesto piu’ vicina alla Cgil che alla Cisl: pur apprezzando i primi risultati conquistati nel corso del negoziato, li giudica, come Corso Italia, “ancora insufficienti” e chiede che “siano accolte le ulteriori rivendicazioni”, ipotizzando reazioni se non ci saranno risposte adeguate dal Governo. E tuttavia, precisa il testo di via Lucullo, il proseguo dell’iniziativa sindacale dovra’ essere unitario: la Uil, si legge, “proseguirà l’iniziativa, insieme con Cgil e Cisl, sia a livello istituzionale nel confronto con le forze parlamentari che a livello di iniziative di mobilitazione territoriali e nazionali a sostegno delle rivendicazioni sindacali unitarie”.
Il giorno della verità sarà comunque sabato prossimo, quando le parti si ritroveranno a Palazzo Chigi per la verifica finale. Il Governo presenterà i testi scritti e, presumibilmente, chiederà ai sindacati di sottoscrivere un verbale d’intesa. Dopodiché, la palla passera’ ai tre sindacati, e alle loro decisioni. Non necessariamente unitarie.
N.P.