I rinnovi contrattuali sottoscritti dimostrano, inequivocabilmente, che la Riforma degli Assetti Contrattuali funziona, così come la CISL aveva previsto, a dispetto dei detrattori e di chi, speriamo in buona fede, si aspettava che fallisse clamorosamente.
Si sono ottenuti risultati di tutto rispetto, sia sul piano economico che normativo, in una situazione congiunturale particolarmente negativa. La rapidità dei rinnovi, dimostra, inoltre, che il vecchio sistema era superato, poiché – strutturalmente – portava a tempi lunghi (a volte lunghissimi).
Come sempre, però, vi sono le eccezioni che confermano la regola: è il caso del Contratto dei Lavoratori Elettrici, scaduto ormai da sei mesi. Confermando le cattive abitudini del recente passato, il Contratto del Settore elettrico registra tempi biblici, a causa di Imprese che continuano a guardare indietro, anziché affrontare con piglio moderno il nuovo scenario.
Come in quasi tutti i Comparti, sono state presentate tre distinte Piattaforme contrattuali: la FLAEI ha predisposto una Piattaforma in perfetta aderenza alla Riforma, sottoscritta da CISL e UIL.
È singolare che nel Settore meno colpito dalla crisi (basta osservare i floridissimi bilanci delle Aziende elettriche), il Sindacato incontri maggiori resistenze, le solite liturgie e attendismi tattici.
Le trattative, avviate alla fine del mese di luglio 2009, si sono interrotte per la pausa estiva, e sono riprese, per le esigenze aziendali di dover analizzare le tre Piattaforme, solo alla fine di Settembre. Nel mese di ottobre, dopo “l’approfondita analisi”, le Imprese hanno riscontrato le richieste sindacali, manifestando notevoli distanze e contrarietà alle richieste più qualificanti.
Per tentare di avanzare, con l’intento di concludere il negoziato prima della pausa natalizia, le tre Federazioni di categoria, Flaei, Filctem e Uilcem, hanno sviluppato una riflessione unitaria, dalla quale è scaturita una sintesi delle tre Piattaforme, che è stata sottoposta alla Delegazione datoriale.
Il 18 dicembre u.s., a due mesi dall’ultimo incontro ufficiale, le Imprese hanno confermato la loro impostazione, anche sulla proposta unitaria, facendo rilevare addirittura passi indietro sia sul piano normativo che economico. In sintesi: qualche timida apertura e tanti no e, soprattutto, la dichiarata volontà di scambiare eventuali incrementi economici con maggiori flessibilità organizzative.
Insomma, una posizione inaccettabile, aggravata da una interpretazione della riforma contrattuale tesa ad un ulteriore contenimento del costo del lavoro.
Il paradosso è che ci troviamo di fronte ad Imprese che non hanno alcuna giustificazione, in quanto ottengono una redditività elevata e garantita, hanno ridotto gli investimenti, devastata l’occupazione e chiamano in soccorso il Sindacato, compreso quando incontrano opposizioni locali all’insediamento di impianti produttivi.
Aziende che hanno attuato piani rilevanti di efficientamento, riorganizzazioni spinte, esternalizzazioni notevoli e che continuano a razionalizzare-tagliare-esodare, diminuendo gli organici e gravando sui pochi Lavoratori rimasti. Aziende che realizzano utili stratosferici, grazie ai propri Dipendenti, e godono di lauti incentivi, pagati dalle bollette elettriche, per le fonti rinnovabili. Aziende che dichiarano che gli oneri del Servizio Elettrico debbono essere a carico degli Utenti, ma gli utili solo degli Azionisti. Aziende che terziarizzano senza controllo, nonostante le Concessioni pubbliche e, soprattutto, che continuano a sostenere, pur non essendoci più il Monopolio, che i Lavoratori elettrici non possono scioperare, per via della strategicità e dell’importanza del servizio erogato ai Cittadini.
Ci troviamo, quindi, di fronte ad Interlocutori che agiscono indisturbati, senza voler riconoscere ai Lavoratori trattamenti adeguati alla particolarità che riveste il servizio elettrico, che non intendono contrattare le flessibilità e che non accettano di introdurre la Partecipazione (giocando sul fatto che la conflittualità è preclusa).
Non c’è da meravigliarsi, allora, se nel Settore Elettrico l’impulso a Relazioni Industriali più moderne e produttive, anche per via della Riforma degli Assetti Contrattuali, non abbia sortito alcun effetto e che si siano ripresentati i tanti vizi e le poche virtù che caratterizzano i comportamenti delle Imprese, dalla liberalizzazione e dalle annesse privatizzazioni (rafforzati dalle differenziazioni che si sono rese evidenti – in controtendenza con l’esigenza di uniformità – sin dalla stipula del contratto di Settore).
Non vi possono essere arretramenti ulteriori: i Lavoratori elettrici hanno già dato; è arrivata l’ora di portare a compimento gli impegni assunti sin dal 2001 e mai onorati (a partire da una nuova classificazione del Personale, così come le altre tematiche differite), di allargare l’ambito contrattuale, di introdurre la Partecipazione e una vera Bilateralità, di pensare a tutele migliorative anche per i neo assunti e, soprattutto, di riconoscere, in via definitiva, il grande contributo che i Lavoratori elettrici hanno dato in questi anni di continue e pesanti ristrutturazioni.
Relativamente al nuovo accordo che deve regolamentare lo sciopero nel Settore Elettrico, Il Sindacato è pronto a mettere in atto i necessari accorgimenti, che devono, però, tener conto sia della strategicità del Servizio elettrico che del Diritto costituzionale dei Lavoratori a poterlo esercitare.
Se le Imprese elettriche non sono in condizioni di sostenere il negoziato che porta al rinnovo del Contratto di Settore, perché scontano difficoltà al loro interno, lo dichiarassero apertamente: alla ripresa del negoziato (prevista per il 15 c. m.), se la Delegazione datoriale confermerà l’atteggiamento di ostracismo e preclusione, troverà il Sindacato disponibile a contrattare, ma fermo e determinato a difesa delle giuste rivendicazioni dei Lavoratori.
In particolare la Flaei, la quale in questi anni difficili della post-liberalizzazione del Settore elettrico, non si è mai sottratta al confronto, accettando, con grande senso di responsabilità, il processo di efficientamento più rilevante del Paese, intende cogliere, insieme ai Lavoratori rappresentati partire dal rinnovo contrattuale, le sfide che una tematica strategica come l’Energia pone alla Politica, alle Imprese e allo stesso Sindacato.