L’essenza stessa della società postindustriale risiede nella progettazione di futuro, ma non è possibile progettare il futuro senza prevederlo. Perciò il gruppo dei parlamentari 5 Stelle che fanno parte della Commissione Lavoro della Camera ha commissionato a Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del Lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma, una ricerca previsionale su come evolverà il lavoro nel prossimo decennio. La ricerca ha adottato il metodo Delphi e si è avvalsa dei contributi di undici prestigiosi esperti della materia: Leonardo Becchetti, Federico Butera, Nicola Cacace, Luca De Biase, Donata Francescato, Diego Fusaro, Fabiano Longoni, Walter Passerini, Umberto Romagnoli, Riccardo Staglianò, Michele Tiraboschi.
I quesiti cui la ricerca ha cercato di dare risposta sono molteplici. Nel prossimo decennio il futuro del nostro Paese sarà connotato da crescita o da decrescita? Come evolverà il mercato del lavoro? I posti di lavoro aumenteranno o diminuiranno in rapporto alla popolazione attiva? Quali settori saranno carenti, quali adeguati e quali esuberanti di occupati? Come evolverà il mix tra lavoro fisico, lavoro intellettuale di tipo esecutivo e lavoro intellettuale di tipo creativo? La globalizzazione, lo sviluppo dei metodi organizzativi, il progresso tecnologico, la longevità, i flussi migratori come influiranno sulla creazione e sulla distruzione dei posti di lavoro? La criminalità organizzata come influirà sulla creazione e sulla distruzione dei posti di lavoro? Quali tipi di professioni vedranno crescere la domanda e quali la vedranno decrescere? Il Terzo settore si estenderà o si contrarrà? Rappresenterà un modello organizzativo anche per le imprese profit o avverrà il contrario? Quale ruolo giocheranno sul mercato del lavoro lo Stato, le istituzioni, gli imprenditori, i sindacati, i partiti politici, la società civile? Le professionalità disponibili saranno più o meno adeguate alle professionalità necessarie per produrre i beni e i servizi richiesti dal mercato? Nell’evoluzione del mercato del lavoro che ruolo e che peso avranno la scuola e la formazione? La cultura del lavoro sarà sempre più globalizzata e innovativa o prevarranno le sue connotazioni locali e tradizionali? Come evolverà l’organizzazione del lavoro? Sarà product oriented o marketing oriented? Prevarrà l’organizzazione per processo o per obiettivi? Nella gestione delle risorse umane si farà leva più sul controllo o sulla motivazione? Si diffonderanno, e in quale misura, le forme destrutturate di lavoro come il telelavoro e lo smart working? Nel mondo del lavoro aumenterà la coesione sociale o la conflittualità? Che forma assumeranno i conflitti di lavoro? Che forma assumerà la solidarietà sociale? Come saranno gestite le differenze di genere, di razza e religione? Come evolveranno i rapporti di lavoro nel settore pubblico e nel settore privato? Come evolverà il reclutamento e la cultura della classe dirigente aziendale? e di quella sindacale?
La ricerca, iniziata nel maggio 2016, è stata portata a termine entro il settembre dello stesso anno. I risultati, ricchi e interessanti, meritano una discussione approfondita e una diffusione ampia. A tale scopo è stato organizzato un convegno di due giornate (18 e 19 gennaio 2017) durante il quale i risultati saranno esposti e discussi per contribuire all’impostazione di una strategia di intervento politico in materia di lavoro. Al Convegno partecipano, oltre agli Esperti che hanno contribuito alla sua realizzazione, anche politici, imprenditori, sindacalisti e giornalisti.