Sui cosiddetti navigator si sta cercando una soluzione per non certificare l’ennesimo fallimento di questa squadra di giovani assunti da Anpal Agenzia del Ministero del lavoro – ben 2840 – il cui contratto scade ad aprile e arruolati con il ridondante ruolo di trovare lavoro a chi percepisce il reddito di cittadinanza. Il problema è che del lavoro di questi “traghettatori” i risultati non si conoscono. Anpal per bocca del Presidente Parisi, messo alle strette, ha provveduto a pubblicare gli ultimi dati noti del reddito di cittadinanza (molti dei quali risultati dalle verifiche della GdF non in regola e percettori senza diritto). Stando alle tabelle ufficiali sembrerebbe che dei 1,3 milioni di beneficiari del sussidio, solo 352mila siano riusciti a trovare un lavoro. Nemmeno la metà e nel conteggio rientrano tutti quelli che sono riusciti a trovare un lavoro da quando è partito il reddito di cittadinanza. I lavoratori stabili ad ottobre erano 192mila.
Il vero problema, però, è che Anpal non è in grado di dire – o non vuole dire – quante persone abbiano trovato un lavoro grazie ai navigator e quante siano riuscite a trovarselo da sole come è sempre avvenuto in Italia come ha dimostrato Istat anche a causa della inutilità dei centri per l’impiego. Anche il meccanismo del reddito fa acqua, compromesso dalle ondate del virus con le strutture chiuse al pubblico, e l’integrazione dei navigator e la fase di ricerca attiva di offerte di lavoro contattando le aziende è a dir poco faticosa. Senza tenere conto che la piattaforma che doveva far incontrare domanda e offerta di impiego, costosissima peraltro su software fornito sempre dal Parisi, non è mai partita, anche compromessa da un legittimo scontro interno sulla gestione dell’Anpal da parte dei dirigenti del Ministero che giustamente hanno contestato al Mimmo Parisi l’ approvazione del Bilancio preventivo e consuntivo di Anpal (che poi arrogantemente si è approvato da solo) sia le maxi spese, oltre 160mila euro, legate alle trasferte dell’italo americano super protetto da Di Maio avanti e indietro dalla sua casa nel Mississippi.
Vero è che i navigator dovevano svolgere un compito che appariva confuso fin da subito e che ha causato non pochi conflitti con le Regioni. Sicuramente, però, è anche difficile riuscire a difenderli: è difficile mettere su un ipotetico tavolo delle trattative il risultato del loro lavoro. E dire , come afferma Catalfo ,”che senza di loro non si può andare avanti”- Ma la legge di bilancio 2021 art 55 stabilisce che per Anpal sono stanziati 10 milioni e con queste risorse ovviamente non si può stabilizzare i navigator se non ricorrendo al pozzo senza fondo del Recovery Fund per il quale in queste ore si assumono 6 super manager e 300 dipendenti esautorando per l’ennesima volta il parlamento e dimostrando l’incapacità di questo Governo. Intanto i navigator si sono costruiti il loro sindacato, A.N.NA, per “tutelarsi”. Invero sono stati assunti grazie ad un contratto di collaborazione continuativa, cioè sono dei lavoratori a termine con un finto contratto di lavoro autonomo, come succede spesso nelle aziende private. Se decidessero di effettuare un ricorso, un qualsiasi tribunale darebbe ragione a loro. E anche questo è un fallimento del Governo.
Io suggerisco una soluzione almeno dignitosa per loro, ammesso che sia realizzabile. Fra pochi giorni ci sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle Linee Guida, il Sistema Nazione di Certificazione delle Competenze sarà finalmente operativo sottolineato dal direttore generale degli ammortizzatori sociali e della formazione del ministero del Lavoro, che ha affermato quanto la definizione del quadro normativo che regola la certificazione delle competenze “sia utile alle esigenze del mercato del lavoro secondo un’ottica di promozione e di progresso per tutti”.Il monitoraggio della formazione di Anpal ha messo in evidenza come “la messa a regime delle linee guida e il decreto del gennaio 2018 che recepisce la raccomandazione sul recepimento del quadro nazionale sulle qualificazioni, rappresentano di fatto i due atti con i quali si completa il percorso normativo iniziato con il D.lgs. n.13/2013 che istituiva il Sistema nazionale di certificazione delle competenze. Il quadro nazionale delle qualificazioni ha una doppia finalità: sia quello di raccordare il sistema italiano con quello di tutti gli altri Paesi europei, sia quello di rappresentare un sistema di governance delle qualificazioni volto a favorire quei processi di trasparenza, spendibilità e portabilità delle competenze all’interno del Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze. Ecco si mettano a disposizione di questa importante azione i navigator così da rafforzare un ambito fondamentale di questa Agenzia e si rinunci saggiamente al Parisi che ha dimostrato la sua inefficacia e soprattutto la sua inutile dannosità.
Alessandra Servidori