Tutela del lavoro, valorizzazione della contrattazione, soprattutto quella d’anticipo, sviluppo e formazione. Sono questi i concetti che meglio rappresentano il contratto sottoscritto da Asstel assieme alla Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Ugl Telecomunicazioni, che ne hanno discusso oggi al Cnel in una tavola rotonda alla quale ha preso parte anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon.
Un contratto che, come ha specificato il presidente di Asstel Pietro Guindani, può essere definito programmatico, perché indica delle azioni che le parti sociali dovranno mettere in campo per governare al meglio i cambiamenti che sta affrontando il settore delle telecomunicazioni. Un’attenzione al futuro ribadita anche dal direttore di Asstel, Laura Di Raimondo, che ha parlato di contrattazione d’anticipo. I customer services center, espressione più al passo con i tempi per definire i call center, sono diventati uno snodo strategico non solo nelle telecomunicazioni, ma anche in altri settori. In virtù di questo, il contratto punta sulla tutela del lavoro e sulla capacità di fare argine a tutte quelle forme di concorrenza sleale, in un settore labour intensive, dove il costo del lavoro è la prima voce e dunque anche la prima che viene compressa in momenti di crisi.
L’altro grande “male” che il contratto si prefigge di combattere è il dumping contrattuale e la diffusione dei contratti pirata. Un risultato che può essere ottenuto rimettendo al centro il ruolo della contrattazione, capace di offrire soluzioni adeguate ed esigibili, come ha spiegato il professor Marco Marazza, e che non richiedano dunque l’intervento del legislatore per colmare le lacune non coperte dal sindacato. L’altra grande questione riguarda il tema della rappresentatività delle parti sociali, la cui misurazione diventa cruciale per porre un freno al proliferare di contratti firmati da associazioni poco o nulla rappresentative.
All’interno di quest’ampia cornice, il contratto punta in maniera decisa sulla formazione, quale strumento per mettere i lavoratori nelle condizioni migliori per affrontare i cambiamenti tecnologici, e essere così occupabili nel mercato del lavoro. L’aggiornamento continuo incarna lo spirito di quella contrattazione d’anticipo che la parti firmatarie hanno voluto imprimere nel contratto. Non una banale e impossibile chiaroveggenza su quello che sarà il destino del settore, ma avere un ventaglio di politiche attive che possa intervenire tempestivamente sull’insorgere di situazioni di crisi. Certamente le politiche passive restano ancora un’arma valida, ma un’arma da usare come estrema ratio, alla quale si dovrebbe ricorrere in modo sempre più limitato.
Dal canto loro anche le associazioni dei lavoratori hanno ribadito la bontà dell’accordo, senza tuttavia nascondere le criticità che il settore presenta e che dovranno essere affrontate al più presto. Fabrizio Solari, segretario della Slc-Cgil, ha sottolineato come questo contratto dovrebbe essere un monito per tutte quelle aziende che per troppo tempo hanno fatto leva sull’abbassamento del costo del lavoro, creando condizioni al ribasso che si sono rivelate un vero e proprio cavallo di Troia per tutta la filiera. Il numero uno della Fistel-Cisl, Vito Vitale, si è soffermato sul tema della qualità dei servizi offerti al cliente, e sulla quale dovrebbe basarsi la concorrenza tra le aziende. Per Vitale si tratta di una prospettiva nobile, ma che richiede ingenti investimenti, di cui non tutto il settore produttivo delle tlc è in grado di farsi carico.
Resta poi da quantificare l’impatto, già in corso, delle nuove tecnologie sul settore. Stefano Conti, segretario generale della Ugl Telecomunicazioni, ha ribadito il crescente peso che l’intelligenza artificiale sta rivestendo. La formazione, una degli architravi del contratto, è di importanza cruciale ma, in certi contesti, potrebbe non bastare. Ecco perché sarebbe auspicabile la creazione di un fondo di settore per ammortizzare gli effetti negativi dei mutamenti tecnologici, come ha spiegato Salvatore Ugliarolo, segretario generale della Uilcom.
Premessa dunque la centralità della contrattazione e il ruolo delle parti sociali, il governo rimane un interlocutore che non può non essere presente. I sindacati hanno sollecitato il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon ,ad aprire un tavolo di confronto per un settore strategico per lo sviluppo del paese. Da parte sua, Durigon ha dichiarato piena la disponibilità del governo ad approfondire ogni tema in campo.
Tommaso Nutarelli