Se non avesse con sé tutto il suo carico di morte, sofferenza, incertezza e ansia, potremmo azzardarci a dire che il covid sia un gran furbacchione, un tipo sveglio, scaltro, smart per usare un linguaggio più al passo coi tempi. Un grande giocatore di poker, capace di mettere nuovamente sotto scacco la maggior parte dei paesi occidentali. Non c’è bluff che tenga, non c’è misura e limitazione che sembrano avere un effetto immediato e duraturo. Lui il piè veloce Achille e noi la lenta tartaruga, e non c’è, al momento, paradosso, che possa metterci in una posizione di assoluto vantaggio. Noi costretti a inseguire e lui in fuga. Un divario che i vaccini hanno fortemente rallentato, ma che ancora non è colmato pienamente. Un virus dal “multiforme ingegno”, tanto per scomodare Omero e Odisseo.
Insomma un nuovo anno si apre sotto il cono d’ombra del coronavirus, la cui longa manus si protende anche verso l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. E sarebbe curioso sapere in che modo il venerabile Jorge avrebbe letto i tempi che stiamo vivendo, se Guglielmo da Baskerville avrebbe ritenuto ancora sufficiente la sottigliezza della logica di Aristotele per decifrare le infinite trame che si celano dietro l’agire umano, anche di chi rifiuta le cure di medici e infermieri mettendo a rischia la propria vita, o come si potrebbe sentite il falsario Simone Simonini dinnanzi alle innumerevoli fakenews che sgorgano a un ritmo incessante.
Quello che ormai dovremmo aver imparato è che al virus non dobbiamo attribuire nessuna connotazione etica e morale. Non c’è malignità, consapevolezza o fraudolenza nel suo comportamento, improntato a una democratica uguaglianza, tanto da contagiare anche i sovrani svedesi. E se invece riscontriamo distorsioni e diseguaglianze la responsabilità è totalmente nostra. I poveri sono i più colpiti dal covid, economicamente e dal punto di vista sanitario, la distribuzione dei vaccini pende unicamente a favore dei paesi più benestanti, e c’è chi pensa di poter eludere le regole perché dotato di un rovescio fuori dalla norma.
Buon anno.
Tommaso Nutarelli