L’audizione che ho avuto presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, il giorno 29 febbraio, è stata un’ulteriore occasione per ribadire la nostra contrarietà nel merito dell’intervento sulle BCC e sulla bad bank.
Già nelle precedenti audizioni che trattavano il tema bancario avevo manifestato il nostro dissenso verso le modalità con cui il Governo sta procedendo. Eravamo contrari all’intervento sulle banche popolari seppur consapevoli che a cose fatte l’importante è gestirne le ricadute mentre eravamo favorevoli al “Salva banche” del 22 novembre che ha messo in sicurezza i quattro istituti di credito, seppur per noi vanno tutelati tutti i risparmiatori e tutelati i lavoratori. Per quanto riguarda il tema bad bank penso sia necessario un intervento vero e non di facciata in grado di aiutare il processo di pulizia dei bilanci bancari dalle sofferenze.
Sono passati più di dieci giorni da quando come FISAC e CGIL (Susanna Camusso ed io) abbiamo presentato il nostro pacchetto di proposte per riformare il sistema creditizio e finanziario, era il 19 febbraio. Sono passati tre anni da quando abbiamo presentato: “Il Manifesto per la buona finanza”; due dalla presentazione di: “Per un nuovo modello di banca al servizio del paese” (proposta unitaria). Si sono attardati i Governi Monti e Letta e quello Renzi non ci da segni di vita, anche se la speranza è l’ultima a morire.
La questione bancaria è nazionale ed europea. E’ una partita che deve essere gestita in modo organico e non a pezzi come s’è fatto fin qui. Si devono coinvolgere tutti i soggetti economici e sociali propositivi che nel nostro Paese non mancano e tra questi il Sindacato. Senza allungare i tempi per decidere ma facendo meglio di quanto fatto, ad esempio, con il “Salva banche” (serve una clausola di salvaguardia occupazionale), con il Bail in (da tutti votato e da pochi capito); oppure con l’ultimo decreto su BCC e bad bank.
Il tema è tanto politico quanto economico. Incide tanto su chi vuole investire quanto su chi vuole risparmiare. Su imprese e lavoratori.
Noi avanziamo un cambiamento vero e siamo disposti a fare la nostra parte. Alla conferenza stampa con Camusso ho presentato una pacchetto di proposte organico, per noi si deve:
- completare l’unione bancaria europea, procedere alla revisione del Bail in e degli stress test con valutazione dei derivati;
- “Nuovo modello di banca al servizio del paese” per dare credito all’economia reale come già proposto unitariamente;
- costruire bad bank di qualità per liberare risorse;
- separare la banca commerciale e la banca d’affari;
- difendere l’occupazione confermando le modalità sin qui utilizzate nel settore e nei gruppi: utilizzo volontario del fondo e piani di assunzione di giovani;
- contrastare le politiche commerciali indebite e costruire un protocollo tra le parti sulle vendite sostenibili e l’organizzazione del lavoro; definire codici etici di condotta e contrattare tutto il salario superando gli incentivi alla vendita unilaterali valorizzando le esperienze già fatte nei gruppi a partire da ISP, Unicredit e MPS;
- ripristinare gli scenari probabilistici, la CONSOB si è dimostrata inadeguata;
- definire una Black list di alcuni prodotti finanziari ad alto rischio (no obbligazioni subordinate a famiglie e pensionati) e che siano semplificate le informazioni alla clientela nell’ambito delle regole europee;
- per quanto riguarda Banca d’Italia confermandone il ruolo vanno attribuiti ulteriori poteri: rimozione dei vertici delle banche;
- intervenire su governance e partecipazione nelle banche;
- costruire un sistema fondato sulla legalità che significa più moneta elettronica e meno contante; sull’equità e quindi che siano ridotti i compensi percepiti dal top management e che i manager che sbagliano paghino.
Su ognuno di questi temi noi siamo pronti al confronto e a dare il nostro contributo. Lo eravamo ieri, lo siamo oggi e lo saremo domani. Il Governo faccia presto, meglio non rimandare a domani quel che si può fare oggi. Soprattutto se la posta è cosi alta. Chi non saprà dare il giusto peso al tema se ne assumerà la responsabilità.