Fausto Tortora e Bruno Liverani hanno scritto un libro. Si intitola “Due”, non ha editore, lo hanno fatto stampare in proprio per distribuirlo tra gli amici. Ed è un peccato, perché è molto bello e interessante. Di più, è un approfondimento di un lungo periodo storico, gli anni 50, 60, 70, 80 negli aspetti politici, letterari, di costume, di idee. Bruno e Fausto sono due intellettuali, nel vero senso della parola, hanno seguito per tutta la loro vita la via dell’intelletto e ce ne raccontano i percorsi, le traversie, gli incidenti e i successi con grande maestria di racconto.
Per capirne la portata basta un breve cenno alle loro vite, che raccontano in queste 236 pagine. Fausto ha studiato architettura e dopo la laurea è entrato in contatto con le Acli. Vivendo quella straordinaria stagione in cui questa associazione ha virato dalla Dc verso lidi socialisti e socialdemocratici. Fausto era lì, in prima linea, e ne racconta la grande storia. Poi ha incontrato il sindacato: ma non uno dei tanti, la Fim Cisl negli anni Settanta, che aveva appena perso Pierre Carniti ma della sua forza era ancora intrisa. Una dozzina d’anni e ha cambiato ancora mestiere, facendosi imprenditore culturale.
Bruno non ha una storia minore. Di famiglia povera per studiare entra in seminario, laico ma con una grande convinzione, e cioè che nulla dona più della cultura. Trova però la vocazione e, ancora con convinzione, prende i voti e diventa prete. Ma sono anni turbolenti, è papa Giovanni XXIII che celebra il Concilio Vaticano II. Grande ribollire di idee e convinzioni in tutto il paese, anche per Bruno, che trova stretta la sua condizione e si fa laico. Con un processo lungo e sofferto, che ci racconta nei particolari. La grande rivoluzione culturale di quegli anni lo travolge, Bruno non si tira mai indietro. Vive questa sua seconda vita con passione, aiutato da una donna che lo ama e gli dà molto. Poi anche lui incontra il sindacato, anche in questo caso la Fim Cisl, e lì incontra Fausto. Gli affidano l’ufficio stampa e diventa un maestro della comunicazione. Io ho la fortuna di incontrarlo, anzi di incontrarli in questa fase della loro vita, e ne sono subito amico.
Un libro che, ripeto, avremmo tutti molto piacere a comprare in libreria. Per leggere le loro vite avventurose, per capire le grandi evoluzioni del pensiero critico in quegli anni così vivi. Ma Bruno e Fausto hanno scelto così. Ora saranno subissati da richieste di questo bel libro e sarà l’espiazione per non avere osato di più, per non aver offerto questo regalo a qualcun altro che i loro amici.
Massimo Mascini