“Se le parti sociali non troveranno intese a livello aziendale ,toccherà al governo intervenire”. Prima che Renzi dicesse la stessa cosa, ci aveva già pensato il socialdemocratico cancelliere tedesco Gerhard Schoder, nel lontano 2003, ad ammonire imprese e sindacati. Come sono andate le cose, dopo che le parti sociali hanno trovato l’accordo, lo sanno tutti e il modello di sviluppo e crescita tedesco non ha eguali nelle grandi democrazie industriali.
E in Italia? beh, anche questo è sotto gli occhi di tutti. Il neo presidente degli industriali italiani, Vincenzo Boccia, dice che crescere deve diventare la nostra ossessione. Benissimo! ma come? Gli risponde dalle colonne del Foglio del 28 maggio, Josep Nierling, imprenditore siculo-tedesco a capo di Porsche Consulting, una società che studia i modelli organizzativi aziendali: “Massima flessibilità e dinamicità nelle regole contrattuali”. Semplice e perentorio, tipicamente teutonico, ma l’anima sicula Nierling riemerge:”Se la crescita deve diventare un ossessione , allora si torni a celebrare il metodo e il successo dell’impresa”. Dove è fondamentale il rapporto e l’intesa tra sindacati e azienda e la contrattazione di prossimità, per dirla ancora alla tedesca, è la strada giusta. Giusta ma impervia in Italia. Qui ci vuole una rimonta alla Nibali, bisogna avere il coraggio di attaccare, di staccarsi dal gruppo.
Purtroppo l’attuale configurazione della rappresentanza è in evidente affanno e parecchio distratta. Intendiamoci, chi dice di abolire i corpi intermedi dice una sciocchezza: senza il sindacato dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro non c’è democrazia. Punto e basta. Però il residuato bellico (riferimento alla guerra fredda) associativo e il modello di relazioni industriali non funziona più. Piaccia o meno il sindacato e le associazioni dei “padroni” come attori “politici” hanno fatto il loro tempo. Oggi bisogna pensare ad una sana concorrenza sindacale in azienda, ad una contrattazione certa ed esigibile, alla possibilità alle aziende di crescere in dimensione, a defiscalizzazioni e fusioni che mettano in condizioni il sistema manifatturiero di reggere il mercato globale, ad una legislazione non invasiva,ad una burocrazia che non sia piombo nelle ali. Bei sogni? forse si, ma l’alternativa?