Non si preannunciano tempi facili per le relazioni industriali. E’ fuori di dubbio che il risultato elettorale emerso dalle urne sia chiarissimo e che, lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, la governabilità del paese sia assicurata. Questo è un risultato importante che non va dimenticato, né sottovalutato, ma resta da vedere come la nuova maggioranza indicata dagli italiani userà la sua forza nel campo sociale, quali saranno le reazioni delle forze sociali, quali i contraccolpi e gli equilibri che si determineranno.
Il fatto che sparisca la sinistra dal Parlamento non è un segnale positivo da nessun punto di vista. Non da quello strettamente politico, perché si tratta di una realtà sempre presente nel Parlamento italiano e la sua assenza creerà certamente uno squilibrio o, se si preferisce, un nuovo equilibrio, comunque diverso da quello precedente, quindi denso di incognite. Ma c’è da sottolineare che se la sinistra esce dalle Camere, non per questo esce dal Paese. Gli elettori di sinistra restano, anche se diminuiti, ed è fuori di dubbio che faranno sentire la loro voce.
C’era già nelle file sindacali chi riteneva l’opposizione al Governo Prodi una necessità per dare voce alla protesta e costituire una diga al deteriorarsi delle condizioni dei lavoratori, non è difficile pensare che queste posizioni diverranno più radicali e quindi costituiranno un problema per tutti. Il tasso di conflittualità è destinato a crescere e questo accadrà proprio in un momento in cui le condizioni dell’economia si stanno facendo sempre più difficili, soprattutto a causa dell’inflazione che non solo ha rialzato la testa, ma continua a crescere.
Ma soprattutto c’è da interrogarsi sull’atteggiamento che terranno i diversi soggetti sociali nei prossimi mesi. La Confindustria di Emma Marcegaglia avrà i suoi problemi, perché notoriamente Berlusconi è nemico della Confindustria, almeno quella espressa da Montezemolo, come è stato dimostrato a Vicenza due anni fa. E’ vero che la candidatura della Marcegaglia ha riscosso unanimi consensi, quindi anche tra gli industriali più vicini al leader del prossimo Governo, ma il legame stretto che sembrava dovesse unire la presidenza Marcegaglia a quella del suo predecessore è quanto meno più a rischio. Ci sarà da dosare con maggiore attenzione le prossime mosse per evitare l’accensione di uno scontro.
Ma soprattutto ci sarà da tenere sotto stretta sorveglianza la politica e il comportamento delle confederazioni sindacali. Nei piani della destra c’è sicuramente un attacco alla Cgil, un ridimensionamento della sua forza, della sua capacità di autonomia. Gli uomini più attenti alle problematiche sociali del partito di Berlusconi non hanno mai nascosto questo obiettivo. E questo sarà certamente un problema, perché l’unità d’azione delle tre sigle confederali, che negli ultimi tempi aveva raggiunto livelli molto soddisfacenti, sarà certamente sottoposta a tensioni. Tutto diventerà più difficile e servirà molta forza e determinazione per tenere la barra ferma nella tempesta che sarà scatenata.
15 aprile 2008
Massimo Mascini