Nel 2016, come è noto, nasce l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile che vuole rappresentare in Italia l’Agenda ONU 2030 e dar forma ai suoi obiettivi per modificare un modello di sviluppo che inquina il pianeta e aumenta le diseguaglianze sociali ed economiche. Da molti anni Cgil Cisl e Uil, Confindustria e le altre associazioni di impresa sono aderenti ad ASviS. Tuttavia non risulta che gli indirizzi ONU sulla sostenibilità, pur condivisi, siano stati oggetto di confronto e condivisione sulle politiche da adottare per realizzarli da parte sindacale e imprenditoriale. In modo da tradurli, per intenderci, in accordi contrattuali nazionali, aziendali e territoriali.
Il tempo passa e gli obiettivi 2030 per una sostenibilità ambientale, sociale ed economica sono più lontani anziché più vicini. La crisi climatica si è aggiunta alle contraddizioni del modello di sviluppo. Per non dire delle numerose crisi geopolitiche (e delle guerre in atto) che moltiplicano condizioni estreme di vita e accrescono l’intensità dei flussi migratori.
L’Unione Europea sta adottando, seppure con molta lentezza, politiche che vanno nella direzione della sostenibilità. Ancora più lenti e incerti gli Stati nazionali che si muovono indecisi tra innovazione e tentativi di tornare al passato (vedi l’uso del carbone e delle auto a motore a combustione interna). Di fronte a questo colpevole attendismo è necessario e urgente attivare dal basso un percorso di sensibilizzazione (anche culturale) diffusa sui temi della sostenibilità e assumere comportamenti coerenti nelle attività di ciascuno.
A partire da queste considerazioni sarebbe giusto rivolgere un appello alle organizzazioni sindacali e di azienda affinché, fin dai prossimi rinnovi contrattuali, vengano condivisi i Goal dell’Agenda ONU più attinenti al mondo del lavoro e dell’impresa (lavoro degno, formazione, sicurezza, emissioni, ecc.) e inseriti nella prima parte dei CCNL, come obiettivi da diffondere, attuare, verificare in tutti i livelli della contrattazione (nazionale, aziendale, territoriale) fino a interessare i singoli luoghi di lavoro.
Sappiamo che ASviS ha già impostato e proposto precisi orientamenti al riguardo e intende rivolgersi al CNEL per promuovere un confronto “confederale” preventivo in attesa del rinnovo dei prossimi CCNL.
Crediamo che possa essere per le parti sociali (e anche per il Paese) un’occasione da non perdere.
Gaetano Sateriale