L’obiettivo è stato quello di creare una nuova generazione di dirigenti, capace di prendersi pesanti responsabilità, sorretta da una forte eticità, in grado di affrontare le difficoltà del mercato aperto, disposta ad accettare di legare una parte consistente della retribuzione ai risultati raggiunti. Un accordo sindacale che si ponga questo obiettivo è già di per sé meritorio, perché denota nitidezza di obiettivi e sapiente capacità di dotarsi degli strumenti necessari per affrontare il mare aperto del mercato. Ma tanto più è importante l’accordo raggiunto nella seconda metà di luglio dalla Federmanager, l’associazione dei dirigenti d’azienda industriale, perché è stato concluso con il gruppo Poste italiane, che da qualche anno sta cercando di liberarsi da una vecchia cultura statale, che la àncora al passato e le impedisce di sviluppare le energie indispensabili per affrontare i prossimi difficili traguardi della liberalizzazione.
Per abbattere questa mentalità l’accordo prevede che le decisioni più importanti che coinvolgano la dirigenza siano prese sempre assieme. Sono previsti degli incontri con cadenza semestrale per affrontare i diversi problemi che possano sorgere nella stesura e applicazione del piano strategico che Poste italiane sta sviluppando.
Incontri che avranno il loro focus sulle scelte strategiche di fondo e i riassetti organizzativi.
Una scelta a tutto vantaggio di Poste italiane, che sta faticando per scrollarsi di dosso le rigidità che le vengono dal passato, ma anche per la categoria dei dirigenti, che da qualche anno sta combattendo una difficile battaglia per imporre un ruolo da protagonisti per i propri associati, non sempre con grande fortuna.
La scelta fatta da Federmanager con l’ultimo contratto, adesso in scadenza, di lasciare la determinazione di una parte rilevante della retribuzione al rapporto diretto tra le parti discende proprio da questa esigenza di valorizzare il ruolo del dirigente e quindi il suo merito. E non è un caso se anche questo accordo fatto con Poste italiane conferma questa scelta di fondo di legare la progressione retributiva al raggiungimento di precisi obiettivi.
L’accordo prevede che cresca significativamente il senso di responsabilità e l’attenzione ai valori etici del servizio dei dirigenti. Per questo è previsto che cresca in maniera rilevante la formazione continua dei dirigenti, per rafforzare le competenze e capacità professionali e metterli in grado di realizzare una piena collaborazione con l’azienda.
L’obiettivo è un sistema di relazioni industriali moderno, attento alle esigenze del mercato, soprattutto in vista della liberalizzazione del mercato. Poste italiane ci crede e non è un caso se Claudio Picucci, capo del personale di Poste italiane, commentando l’accordo, parli della possibilità di dare luogo a una forma di azionariato all’interno della dirigenza per suggellare la sinergia che si vuole creare nel gruppo.
(In Documentazione il testo dell’accordo)
3 settembre 2007
Massimo Mascini