Da una ricerca dell’Ufficio Studi della Uilca sull’età dei presidenti delle banche, delle Fondazioni bancarie (68 su 88) e dei Ceo del sistema del credito italiano emerge che, a fronte di una età media dei manager delle principali banche estere (europee, americane e canadesi) che si assesta a 62 anni per i presidenti e a 57 per i Ceo, nel nostro Paese i numeri crescono a 70 anni per i presidenti (con picchi da 80 a 83 anni) e a 60 anni per i Ceo.
Per Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano e Ubi che adottano il sistema duale è stato rilevato anche il dato inerente i presidenti dei Consigli di Gestione, che in questo caso arriva a 61 anni, anche se va rilevato che ad alzare la media è Emilio Zanetti con i suoi 82 anni.
Ancora più grave la situazione sul fronte della valorizzazione femminile. Nessuna donna figura tra i presidenti e i Ceo delle banche, solo 3 su 68 sono presidenti di Fondazioni bancarie.
“I dati sono sconcertanti e quello sulle donne assume connotati imbarazzanti”. Sostiene il segretario generale della Uilca, Massimo Masi. “È evidente – aggiunge – che l’età e il sesso non sono di per sé sinonimo di merito o demerito, ma quando la situazione è quella rappresentata viene difficile pensare che sia casuale. L’assenza di ricambio generazionale e il blocco delle carriere per le donne appare più un metodo e preoccupa che questa condizione emerga in uno dei settori cardini di un Paese, per importanza delle aziende in questione e ruolo dei protagonisti”.
“Oggi più che mai l’Italia – conclude – ha bisogno di nuove prospettive, di proiettarsi al futuro con idee nuove e rinnovata volontà di costruire un paese capace di affrontare le enormi sfide globali che ha di fronte”. (LF)
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