In Abruzzo il 7% dell’occupazione dipendente è in cassa integrazione, molto al di sopra del 4,2 della media nazionale. Teramo (+431,5) e Chieti (+228,1) sono rispettivamente la prima e la sesta provincia d’Italia per aumento delle ore di cassa. Per il sindacato è “urgente impedire il gonfiarsi eccessivo ed indifferenziato dei cassaintegrati, anche considerando la progressiva erosione dello strumento cassa integrazione, facendo partire la Formazione mirata alla riqualificazione e ricollocazione, secondo i casi, e affrontando con misure specifiche e strutturali il problema dei lavoratori ultra-cinquantenni”. Il sindacato accusa il Governo Nazionale di aver limitato il suo intervento in favore dell’Abruzzo alla pur meritoria emergenza post-terremoto, lesinando però le risorse per lo sviluppo e i vantaggi fiscali e mantenendo in uno stato di blocco e non definizione gli investimenti pubblici, dal Fas al Master Plan. La Uil Abruzzo invita inoltre la Regione ad uscire dallo stallo, anche superando il sovraccarico di pesi in capo al Presidente, pluri-commissario e titolare di un gran numero di deleghe, e ad aprire subito il confronto con le parti sociali sulla strategia di legislatura e sull’agenda 2010. (LF)
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