“Per superare le innumerevoli difficoltà che attanagliano il settore bancario, mai come ora, è necessario unire le forze sindacali perché la peculiarità di questo Istituto necessita di capacità di sintesi da parte degli organismi sindacali aziendali, puntando al traguardo della salvaguardia dei livelli occupazionali”. Lo dichiara Fabio Verelli, segretario nazionale Ugl Credito aggiungendo che “è importante, al di là di ogni considerazione su chi guiderà la Bpm, che non dovrebbe nemmeno rientrare fra i compiti di un sindacato, l’obiettivo di individuare soluzioni idonee per il rilancio di questo storico istituto di credito facendogli recuperare, al tempo stesso, competitività e reputazione. L’Ugl ritiene indispensabile focalizzare l’attenzione su dei punti fermi e da qui sviluppare un confronto serio e concreto con le parti sociali, con i dipendenti e con i vertici dell’Istituto di credito”.
“A nostro avviso – continua Verelli – il sistema partecipativo presente nell’Istituto va tutelato in quanto gli interessi dei lavoratori sono prioritari a quelli degli azionisti o, peggio, degli speculatori di professione”.
“Riteniamo che proporre la governance duale, in un mondo che va verso la banca unica e la razionalizzazione dei costi amministrativi, sarebbe un errore. Siamo favorevoli, inoltre, all’apporto finanziario di nuovi e qualificati soci di capitale, indispensabile a rafforzare il patrimonio aziendale”.
Per la Ugl “è eticamente sbagliato tentare di eludere le indicazioni della Banca d’Italia volte, principalmente, a pretendere una maggiore trasparenza gestionale”.
“Questi sono i nostri punti fermi – conclude il sindacalista – su cui intavolare una seria discussione sul futuro della Popolare di Milano, con la certezza che se c’è la volontà politica di uno schieramento di sigle compatto nel chiedere nuove e migliori relazioni industriali a tutela dei diritti acquisiti dei lavoratori di una banca radicata non più solo in Lombardia, il suo rilancio competitivo non sarà certamente un problema”. (LF)
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