“La sentenza della Corte d’appello di Torino sia per tutti un monito e un’esortazione ad andare avanti nella lotta di civiltà per la bonifica dei siti produttivi e lo smaltimento dell’amianto”. Lo dichiarano il segretario confederale dell’Ugl, Paolo Varesi, e il segretario regionale dell’Ugl Piemonte, Armando Murella. “Siamo soddisfatti dalla sentenza – proseguono i sindacalisti -, che ha inasprito la pena prevista per l’ex manager svizzero riconoscendo il disastro colposo anche per i siti di Bagnoli e Rubiera, ma dobbiamo rilevare come il mancato risarcimento dell’Inail possa compromettere l’attuazione di importanti misure e azioni di tutela finanziate dall’Istituto”.
“Le vittime di Casale Monferrato, Cavagnolo, Bagnoli, Rubiera e di tutti i luoghi contaminati – aggiungono – saranno davvero risarcite solo se saremo capaci di rendere la sicurezza nei luoghi di lavoro una consuetudine e non un’eccezione. Per questo, da parte nostra, continueremo ad impegnarci su tutti i fronti, a partire dalle iniziative promosse nell’ambito della campagna Asbestus Free sostenuta dai sindacati insieme alla Fondazione Anmil Sosteniamoli Subito onlus e alle associazioni di familiari delle vittime Afeva e Aiea, passando per il Piano nazionale amianto che il ministero della Salute ha presentato proprio a Casale Monferrato”. “Solo attraverso azioni concrete – concludono i sindacalisti – potremo garantire fattivamente il diritto alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro ed evitare il ripetersi di una tragedia silenziosa che ha colpito l’intero Paese”. (LF)