“Se si adottasse il principio del mutuo riconoscimento, si riuscirebbe ad esportare condizioni salariali e regolatorie più flessibili nei rigidi mercati del lavoro europei, con prospettive tendenziali di pieno impiego”. La proposta arriva dall’Isae, l’Istituto di studi e analisi economica presieduto da Fiorella Kostoris Padoa-Schioppa, che ha oggi presentato il Rapporto annuale sullo stato dell’Unione europea. L’Isae contesta il principio di diritto comunitario della cosiddetta parità di trattamento in materia di lavoro, fiscalità e welfare, laddove al lavoratore non viene riconosciuto il diritto alla “diversità” all’interno del Paese ospitante ma si offre solo il diritto di essere assimilato in tutto e per tutto ai residenti dello Stato di accoglienza. Ebbene, secondo la Kostoris, tale approccio appare “in contraddizione con il Libro Bianco Delors” ma, nel caso specifico del welfare, “ai lavoratori che si muovono sul territorio europeo si applicano in generale le regole e le condizioni di protezione sociale del Paese di arrivo, ma tenendo conto di tutta la loro storia contributiva passata. In qualche modo dunque – è la sottolineatura – si considera, seppur limitatamente ai contributi previdenziali, l’origine dell’ occupato”. Tale impostazione, secondo l’istituto, “apre forse la strada alla costruzione di un sistema di welfare fondato sul mutuo riconoscimento, che farebbe valere non solo i contributi, ma anche i criteri e le regole vigenti nel Paese di partenza, da utilizzare nel trattamento del lavoratore nel Paese di accoglienza”. In definitiva, “le conclusioni che possono osservarsi tra Stati e sistemi economico-sociali dell’Ue dipendono da disparità che non solo non sono evitabili, ma che anzi debbono venire sfruttate per creare quelle occasioni di scambio e concorrenza, necessarie a ridurre i costi di produzione, ad abbattere ostacoli artificiali alla libera circolazione del fattore lavoro, a migliorare qualità e prezzi per i consumatori. Il risultato finale, a lungo termine – ha concluso Fiorella Padoa Schioppa – sarebbe un’armonizzazione a posteriori del sistema prezzi e delle protezioni sociali, con il massimo di benessere e occupazione per la società”.
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