La Commissione europea ha ritoccato al rialzo le previsioni sul deficit di bilancio di quest’anno dell’Italia, mentre ha limato quelle sul prossimo anno e ha rivisto al rialzo le attese sul debito pubblico, mantenendo però anche l’attesa di una dinamica di attenuazione. Ora sul 2016 l’Ue stima un deficit in limatura al 2,5 per cento del Pil e poi all’1,5 per cento nel 2017.
Nella precedente edizione delle previsioni, risalente al 5 novembre dello scorso anno, Bruxelles indicava il deficit al 2,5 per cento del Pil nel 2015, al 2,3 per cento sul 2016 e all’1,6 per cento nel 2017.
Sul debito-Pil ora l’Ue prevede una attenuazione al 132,4 per cento quest’anno, dal 132,8 per cento del 2015, e poi al 130,6 per cento nel 2017. Tre mesi fa indicava 133 per cento sul 2015, 132,2 per cento sul 2016 e 130 per cento sul 2017.
Inoltre, il deficit strutturale secondo la Commissione dovrebbe aumentare dall’1,0% nel 2015 all’1,7% nel 2016, per poi tornare a ridursi al’1,4% nelle proiezioni del 2017.
La riduzione del bilancio strutturale è il dato rilevante nel percorso verso il raggiungimento del cosiddetto ‘”obiettivo di medio termine” prescritto nel braccio preventivo del Patto di Stabilità Ue, in cui si trova l’Italia. Secondo le previsioni della Commissione, insomma, questo percorso di riduzione sarebbe interrotto nel 2016, a causa del “carattere espansivo” della manovra finanziaria del governo, ma riprenderebbe nel 2017.
Vedremo quanto peserà questo dato nella valutazione sulla Legge di Stabilità che la Commissione pubblicherà a maggio.
La Commissione nota anche che il calo del deficit nominale nel 2016 è solo “marginale”, ridotto a un solo decimo di punto percentuale. “Nel 2016, nonostante le prospettive di crescita positive, il deficit nominale è previsto marginalmente in calo, al 2,5% (rispetto al 2,6% del 2015 e in aumento dello 0,2% rispetto alle precedenti previsioni d’autunno della Commissione, ndr). Questo dato – afferma l’Esecutivo comunitario – riflette l’impatto espansivo della Legge di Stabilità per il 2016, inclusi i 3,2 miliardi di euro di spesa aggiuntiva per la sicurezza e per la cultura, che ha aumentato l’obiettivo del deficit al 2,4% del Pil, dal 2,2% inizialmente previsto” nel documento programmatico del governo.
E.G.