Lunedì 16 settembre, il Diario del lavoro aveva informato i propri lettori del fatto che la United Auto Workers, il sindacato nordamericano dei lavoratori dell’auto, aveva avviato un’azione di sciopero negli stabilimenti della General Motors. Una notizia a suo modo clamorosa, visto che si trattava della prima iniziativa nazionale di lotta assunta dalla UAW alla GM dopo ben 12 anni.
Questa notizia era stata originariamente data, nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata a Detroit, da Terry Dittes, il vice Presidente del sindacato incaricato dei rapporti con la General Motors. Adesso, a distanza di tre settimane, è stato lo stesso Dittes a firmare una lettera con cui la UAW informa i lavoratori iscritti al sindacato che i negoziati col maggior costruttore statunitense di auto non stanno andando per niente bene. Anzi, vanno di male in peggio (“turn for the worse”).
Come facciamo noi a sapere cosa c’è scritto nella lettera in questione? Lo sappiamo perché, come ha raccontato Ben Klayman, un cronista dell’agenzia Reuters che segue con attenzione la vicenda, una copia della lettera è stata fornita alla sua stessa agenzia.
E qui c’è da fare una prima osservazione sulla strategia comunicativa della UAW. Mentre al momento del lancio dello sciopero il sindacato, che era verosimilmente già forte del consenso dei lavoratori, si è rivolto, tramite la conferenza stampa, all’insieme dell’opinione pubblica, adesso che la vertenza si fa più aspra, ha preferito rivolgersi direttamente ai lavoratori interessati.
In particolare, nella lettera Dittes afferma che sabato 5 ottobre il sindacato ha fatto alla General Motors delle proposte relative a “salario, bonus di firma dell’eventuale accordo, sicurezza sul lavoro, partecipazione ai profitti e altri temi”.
Sempre secondo Dittes, però, la General Motors, con la sua controfferta avanzata domenica 6, “non ha fatto nulla per far sì che ci si avvicinasse alla soluzione di tutta una serie di problemi”. Problemi che, incalza Dittes rivolgendosi ai 48.000 dipendenti della GM che sono iscritti al suo sindacato, “interessano voi e le vostre famiglie”.
Ora va detto che sia la UAW che la GM sono state abbastanza avare di informazioni sui dettagli del negoziato. Tuttavia dopo che la notizia della lettera è stata ampiamente ripresa da vari media, televisioni comprese, par di capire che il centro dello scontro, al di là delle questioni rivendicative che potrebbero far parte del normale rinnovo di un accordo quadriennale fra un sindacato di categoria e una grande azienda, sia relativo a una questione di strategia industriale.
Nel suo pezzo, Ben Klayman ricorda che dei 573.000 veicoli esportati dal Messico a partire dal mese di agosto di quest’anno, ben 526.000 sono stati importati negli Stati Uniti. E ciò mentre e’ noto che, tempo fa, la General Motors aveva progettato di chiudere vari impianti di montaggio finale attivi negli Stati Uniti, fra cui quelli di Lordstown (Ohio) e di Detroit (Michigan).
Ebbene, ciò che veramente preme alla UAW è che la GM prenda degli impegni rispetto ai programmi produttivi da realizzare in diversi specifici impianti.
Con la sua lettera agli iscritti, la UAW pare dunque voler innanzitutto incoraggiare i lavoratori a portare avanti l’azione di sciopero. Intanto, per esplicita affermazione delle parti, i negoziati continuano.
@Fernando_Liuzzi