Seguendo le cronache sindacali di questi giorni mi è tornato alla mente il film di Luigi Comencini del 1960, “Tutti a casa”. Il film racconta le ore e i giorni immediatamente successivi l’armistizio dell’8 settembre 1943. Ore e giorni in cui nessuno sapeva cosa fare. Una scena memorabile del film è quella in cui il sottotenente Innocenzi (uno strepitoso Alberto Sordi), ignaro dell’armistizio, viene preso a fucilate dai tedeschi che lui credeva alleati, perciò, piuttosto allarmato chiama il comando per informare che i tedeschi si sono alleati con gli americani: una formidabile sintesi appunto di quelle ore e di quei giorni
Francamente non saprei, tra il ministro Orlando e il presidente di Confindustria Bonomi, a chi affidare la parte dello sprovveduto sottotenente. Infatti, il Ministro da l’impressione di occuparsi di faccende di “alta politica”, piuttosto che di materie inerenti al suo dicastero. Su quella poltrona, quella di Ministro del Lavoro, si sono seduti gente del calibro di Brodolini, Donat-Cattin (Statuto dei Lavoratori), Gino Giugni, Tiziano Treu (accordi concertativi anni ’90), solo per fare qualche esempio e per significare che lì il tuo mestiere è favorire il dialogo sul lavoro e per il lavoro.
Il Presidente di Confindustria, anche lui sta seduto su di una poltrona che ha visto augusti lombi, però da l’impressione di essere lì per caso piuttosto che di esercitate tutta la potenziale forza d’urto della più importante associazione d’imprese italiana. Certamente la mia analisi è grossolana, però è difficile immaginare che la possibilità di un accordo per un nuovo e rinnovato patto sociale, che tenga conto delle opportunità del PNRR, che (al netto della tragedia) colga quanto di innovativo è avvenuto nel mondo del lavoro durante la pandemia, non sia il primo punto all’ordine del giorno tra costanti e continui colloqui tra Ministero e parti sociali; anzi di venga derubricato tra le varie ed eventuali.
Ecco, mentre scrivevo, mi sono accorto che in realtà la parte di Alberto Sordi potrebbe essere tranquillamente affidata anche al duo Bombardieri-Landini, che in quanto a sedersi inutilmente su poltrone già occupate da gente che “levete” (per dirla alla romana), non sono secondi a nessuno.
Per restare nella metafora cinematografica, parlare oggi di relazioni industriali è come respirare quell’aria d’incertezza e di sbando così ben descritta nel film di Comencini; ma non siamo nel settembre del ’43 siamo nel terzo millennio e continuare a discutere se i tedeschi si sono alleati con gli americani, non serve a nessuno
Valerio Gironi