Prendere un treno in questo periodo è un’avventura che sappiamo quando inizia ma non quando finisce. Tra lavori, ritardi e imprevisti è dura la vita per passeggeri e pendolari. Ne abbiamo parlato con Eugenio Stanziale, segretario nazionale della Filt-Cgil.
Segretario Stanziale i lavori che Trenitalia sta facendo ora sulla rete, nel pieno della stagione turistica, poteva essere fatti in altri momenti?
La premessa da fare è che manca una programmazione che interessa l’intero sistema paese e quindi anche la rete ferroviaria. Senza di questa diventa tutto più difficile. Detto questo ci sono devi lavori di manutenzione ordinaria che vanno sempre fatti altri, invece, che richiederebbero una calendarizzazione diversa. E poi ci sono gli imprevisti, come gli incendi.
Un’altra problematica, sempre più frequente, è quella dei ritardi. Come lo si spiega?
L’Italia sta cercando di recuperare il gap con gli altri paesi e questo crea inevitabilmente dei disagi. Potenziare la rete infrastrutturale richiede tempo. Sono lavori che non si possono fare dall’oggi al domani. L’alta velocità è molto meno diffusa che altrove. La presenza di tipologie diverse di treni, regionali, intercity e alta velocità, che viaggiano sulla stessa linea può causare dei problemi. E sulla stessa linea viaggiano le persone e le merci. Dunque si potrebbe pensare di separare le persone dalle merci, così come l’alta velocità dal resto. Ma questo, come detto, necessità di tempistiche che non sono brevi.
Potrebbe migliorare la comunicazione?
Sicuramente Trenitalia potrebbe migliorare la sua comunicazione nella gestione dei ritardi. Oggi con le app si possono fare molte cose e dare aggiornamenti capillari e tempestivi. Potrebbe poi prevedere una politica diversa sui rimborsi, facendoli scattare in automatico quando ci sono i ritardi, così come prevedere riduzioni del prezzo del biglietto quando su quella linea ci sono rallentamenti per degli interventi.
C’è un tema di risorse?
Rfi è la stazione appaltante più grande in Italia e sta portando avanti molti lavori. Direi che con il Pnrr non c’è un problema di risorse, ma di pianificazione. Non si possono spendere soldi solo perché vanno spesi. I lavori devono essere fatti dove c’è bisogno. Il ponte sullo stretto non è la priorità come vuol far credere il ministro Salvini ma c’è la necessità di progettare un sistema della mobilità complessiva del paese che sia in grado di offrire un servizio di qualità e certo nei tempi di percorrenza.
Su tutto questo incide il management?
Il problema è che il management delle aziende pubbliche o para pubbliche non rispondono ai cittadini ma al politico di turno. Questo non va bene e inficia il servizio. Così come la politica non deve utilizzare queste aziende come una cassa di risonanza per il consenso, magari spingendo per l’assunzione di figure professionali che non servono all’azienda.
La politica ha delle responsabilità?
Il punto è che abbiamo un ministro molto più interessato alla precettazione, a fare confusione sulla legge 146 piuttosto che a far funzionare i trasporti.
Trenitalia è ancora un nostro fiore all’occhiello?
Trenitalia è un’azienda sana, e da questo punto di vista è un fiore all’occhiello. I suoi problemi sono legati ai problemi infrastrutturali del paese. Andrebbe sicuramente rivisto anche il modello di lavoro e organizzativo. Lavorare alle ferrovie oggi non è più attrattivo e non è più un vanto come lo era una volta. C’è un sistema di turni complesso e faticoso e, molto spesso, non c’è neanche il giusto riconoscimento per i lavoratori.
Tommaso Nutarelli