Tre piattaforme separate arrivano sul tavolo di Fincantieri. E’ questa la scelta di Fim, Fiom e Uilm nella trattativa per il rinnovo del contratto integrativo, scaduto il 31 dicembre 2007. Un periodo troppo lungo, secondo i metalmeccanici Uilm, che hanno deciso di non perdere altro tempo: per questo l’8 luglio hanno illustrato da soli la piattaforma. La contesa investe questioni di merito, ma per la Uilm c’è soprattutto il problema del calendario: “La discussione era così ampia – spiega Mario Ghini, responsabile della cantieristica – che rischiavamo di finire dopo l’estate”. Anche la Fiom ha presentato la sua piattaforma, la Fim si appresta a fare lo stesso. Nel gruppo le rivendicazioni distinte non sono una novità: già quattro anni fa la Fiom si presentò divisa da Fim e Uilm, per poi arrivare insieme alla fine del negoziato. Mai, però, era stata la Uilm ad anticipare i tempi e inviare il documento da sola prima delle altre organizzazioni; e dato che un’azione comune tra Fim e Fiom non era pensabile, ora l’azienda di costruzioni navali si troverà a valutare tre testi diversi, con il rischio che le differenze siano davvero minime.
“E’ stata una frattura su questioni risolvibili”, spiega il coordinatore nazionale della Fim per il comparto, Emilio Lonati, e sui ritardi denunciati dalla Uilm aggiunge: “Quel tempo ci è servito per lavorare insieme a una posizione unitaria”. Una posizione praticamente raggiunta, a suo giudizio, almeno prima dello strappo. La struttura dei documenti è la stessa, cambiano solo le richieste salariali e il loro campo di copertura; la Fiom aveva chiesto di applicare gli aumenti anche alle imprese in appalto, per sciogliere questo nodo i sindacati si erano impegnati a definire singole piattaforme di cantiere.
Secondo la Cgil, l’integrativo è direttamente collegato alle scelte finanziarie. L’ingresso in Borsa di Fincantieri, contenuto nel Dpef 2008, ha già diviso i sindacati: nelle piattaforme sottolineano la necessità di finanziare gli investimenti ma non si spingono oltre, nessun accenno alle modalità di ricapitalizzazione. In realtà sul progetto ci sono ampie distanze: Uilm favorevole, Fim possibilista, contraria la Fiom, con il puntello del nuovo Governo che spinge verso il sì. La scelta della Uilm, secondo la Fiom, si può leggere come una sorta di continuazione di questo dissidio. Ipotesi subito respinta dagli interessati: “Vogliamo il rilancio internazionale della società – specifica Ghini – ma il secondo livello con la Borsa non c’entra proprio niente”. Dalla Fim, Lonati ammette possibili ricadute: “La rottura sull’integrativo può accentuare le divisioni in caso di quotazione”. L’augurio condiviso, per ora, è quello di superare tutte le difficoltà in sede di confronto, e anche stavolta firmare insieme l’accordo, a vantaggio dei lavoratori per primi.
14 luglio 2008
Emanuele Di Nicola