Si prospetta tutta in salita la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale dei bancari.
I sindacati, nella loro piattaforma unitaria che sarà presentata ufficialmente il 7 aprile, rivendicano un aumento di 204 euro al terzo livello. Richiesta “inaccettabile”, dice il capo della delegazione sindacale di Abi, Francesco Micheli nel corso della tavola rotonda organizzata dalla Fabi alla quale hanno partecipato anche i segretari generali dei sindacati del credito.
Per l’associazione delle banche, infatti, ogni contratto “è figlio del suo tempo” e in questo momento, spiega l’Abi, il settore vive una situazione di “produttività, impieghi, redditività in calo”. Su questi fattori negativi, aggiunge Micheli, pesano anche i costi di Basilea 3.
Per i sindacati invece non si può affrontare il rinnovo del contratto nazionale con un approccio solo restrittivo, come fa l’Abi, puntando sui costi senza concedere un pieno adeguamento del salario all’inflazione presente e futura. Se l’Abi scegliesse questa strada dovrebbe, dicono i sindacati, disdettare l’accordo sul nuovo modello contrattuale che invece tempo fa ha firmato.
Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Fabi, ribadiscono poi la grande differenza che c’è tra gli stipendi dei dipendenti e quelli dei manager, per nulla in linea, a loro giudizio, con i problemi economici che lamenta l’Abi per il settore.
Ma per i sindacati, l’incremento del salario non è l’unica priorità. Ci sono anche la tutela dell’occupazione e l’indennità di disoccupazione. Per l’Abi, però, bisogna fare una scelta perché non si può coniugare aumento economico e occupazione. Altra questione riguarda il fondo di sostegno al reddito dei lavoratori, trattativa che, dice Micheli, va distinta dal negoziato per il rinnovo del contratto. Per l’Abi il fondo va rivisto e l’indennità di disoccupazione dovrebbe essere usata per minimizzare la riduzione dell’assegno netto. La chiusura dei sindacati a riguardo, però, è netta.
Le parti sociali si incontreranno giovedì 7 aprile per approndire i temi della piattaforma sindacale e per stabilire il margine di trattativa sul fondo di sostegno al reddito dei lavoratori.
Francesca Romana Nesci