Dopo cinque anni di calo i ricavi degli operatori delle Tlc registrano una stabilizzazione e un leggero aumento, pari allo 0,3%, attestandosi a oltre 27 miliardi. È questo uno dei dati presenti nel Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia 2024, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, e presentato a Roma durante il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni organizzato da Asstel, Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom Uil.
Nonostante il consolidamento, tra il 2010 e il 2023 i ricavi hanno fatto registrare un calo complessivo del 35%, molto superiore rispetto ai principali paesi europei dove, il trend positivo nella crescita, va imputato anche alla differenziazione delle offerte, prezzi diversi per diverse velocità di upload e downlaod, che in Italia non ci sono. Il nostro paese si conferma tra i più economici per gli utenti. I prezzi infatti sono scesi del 2,3% tra il 2022 e il 2023, rispetto alla media europea che segna un +0,6%. Nel giro di dieci 10 anni, dal 2013 al 2023 questo calo segna un -25,8%. Nonostante le dinamiche di mercato, nel 2023 si confermano gli investimenti degli operatori che ammontano a circa 7 miliardi. Numeri che però devono fare i conti con l’inflazione che ne ha comportato una riduzione del valore a pari al 5%.
Nel complesso il Rapporto registra il cambiamento che le Tlc stanno vivendo, trasformandosi da filiera, quindi da un modello lineare, a ecosistema, dove sono presenti molteplici attori, spesso provenienti da altri mercati, che si interfacciano tra di loro. L’evoluzione di questo ecosistema sarà influenzata da quattro grandi aspetti: una legislazione di carattere europea, lo sviluppo di una politica industriale specifica, la diffusione di nuove infrastrutture e servizi e un mercato del lavoro in profondo mutamento che richiederà specifiche competenze.
La formazione diventa dunque nodo centrale per l’ecosistema della Tlc, se si pensa che la quasi totalità degli addetti di ogni operatore è impegnata in percorso di upskilling e reskilling. Ma c’è, analizzando il contesto nazionale, anche una forte difficoltà nel reperire le figure necessarie, soprattutto per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, i big data e il machine learning. Tradotto in cifre, lo studio prevede un mismatch tra domanda e offerta di 13mila unità tra il 2024 e il 2028, carenza ancora più marcata se si guarda al gendergap visto che solo il 39% dei laureati in discipline STEM è donna.
Asstel ha richiesto una serie di interventi come l’introduzione di misure per la mitigazione strutturale del costo dell’energia, per rispondere ai forti rincari rispetto ai valori registrati negli, misure per l’efficienza energetica, una rapida attuazione delle misure di adeguamento dei limiti elettromagnetici, un consolidamento della semplificazione delle procedure autorizzative per la realizzazione delle reti attraverso l’uniforme applicazione sul territorio del decreto legislativo correttivo del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (CCE), la definizione di strumenti per massimizzare la collaborazione Tlc-Big Tech.
“L’evoluzione verso l’ecosistema Tlc rappresenta una sfida cruciale per lo sviluppo economico del paese. Per accompagnare questo processo in atto è necessario implementare nuovi e più moderni modelli di organizzazione del lavoro”. È quanto affermano il presidente di Asstel, Massimo Sarmi e i segretari generali dei sindacati di categoria Slc-Cgil, Fiste-Cisl e Uilcom Uil, Riccardo Saccone, Alessandro Faraoni e Salvo Ugliarolo.
“Sarà fondamentale continuare a investire sulle persone e sulle competenze. Le tecnologie cambiano rapidamente e vi è una crescente necessità di professionisti qualificati per costruire e gestire le reti di nuova generazione e per sviluppare nuovi servizi. In questo quadro, il ruolo della formazione, in particolare quella certificata, diventa centrale. Sarebbe auspicabile un sostegno economico pubblico per rafforzare gli strumenti di gestione delle transizioni lavorative, quali ad esempio il Fondo di Solidarietà per la filiera Tlc, necessari a favorire il consolidamento e l’accrescimento delle competenze delle persone che operano nell’ecosistema. Il Fondo è attivo dal 1° gennaio 2024 e per accelerarne l’attività è necessario un sostegno economico pubblico, aggiuntivo al finanziamento da parte di imprese e lavoratori, nel primo triennio di avvio delle attività. È fondamentale offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani”.
“Anche per questo serve collaborazione tra imprese, Istituzioni e mondo dell’educazione per preparare le ragazze e i ragazzi alle evoluzioni in corso, rafforzando l’istruzione professionale e STEM. È determinante proseguire il confronto con le Istituzioni per dare esito positivo al percorso avviato per favorire il riconoscimento del contratto collettivo nazionale della Tlc quale “contratto di riferimento” per le attività di CRM-BPO. Il contratto Tlc è stato già preso a riferimento in diversi atti normativi e amministrativi, dimostrando il forte grado di rappresentatività del CCNL stesso e del suo sistema di rappresentanza. Riteniamo che un dialogo costante con le Istituzioni – che privilegi la costruzione di proposte di sistema – sia necessario per supportare i processi di evoluzione di tutti i segmenti dell’ecosistema Tlc verso condizioni di miglioramento della competitività e della produttività, favorendo anche un continuo sviluppo delle condizioni di occupabilità delle persone e di ricerca di nuovi equilibri nel bilanciamento tra esigenze aziendali e quelle delle persone” concludono.
Tommaso Nutarelli