L’accordo recepisce la riforma del modello contrattuale. Prevede un aumento di 86 euro riparametrato al 4° livello calcolato sulla base dell’indice Ipca, con un aumento lordo complessivo nel triennio 2011-2013 pari a circa 1.800 euro. Stabilito l’importo dell’elemento economico di garanzia pari a 100 euro per le aziende fino a 10 dipendenti e 125 euro per quelle con oltre 10 impiegati.
Tra gli altri punti qualificanti dell’accordo l’equiparazione dell’assistenza sanitaria integrativa anche per i part-time come per il full-time e l’ulteriore sviluppo del sistema della bilateralità del settore. Recepite inoltre le norme previste dal collegato lavoro con particolare riferimento alla conciliazione ed all’arbitrato, alla clausola compromissoria e alla certificazione dei contratti di lavoro.
L’accordo prevede inoltre l’allungamento di 60 giorni, oltre ai 180 già previsti dal precedente contratto, per il calcolo delle indennità di malattia per gravi patologie. Stabilito inoltre l’aumento delle indennità di funzione previste per i quadri oltre all’aumento dell’importo dell’assicurazione per invalidità permanente o caso morte prevista per gli operatori di vendita (viaggiatori e piazzisti dipendenti delle aziende).
Viene rafforzata la contrattazione di secondo livello, demandando al livello decentrato le materie del mercato, organizzazione e orario di lavoro oltre alla classificazione e alle eventuali deroghe alla contrattazione nazionale, laddove se ne ravvisi la necessità e in caso di nuovi insediamenti, sviluppo, ristrutturazioni e crisi aziendali.
Entro fine marzo si concluderanno le operazioni di consultazione dell’ipotesi di accordo nei luoghi di lavoro e tra gli iscritti.
La Filcams Cgil non ha sottoscritto l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale per il fatto che l’intesa recepisce pienamente l’accordo separato del 22 gennaio 2009, sulla riforma del modello contrattuale: assunzione dell’Ipca, quale meccanismo di calcolo degli incrementi salariali, e dell’istituto delle deroghe. Elemento quest’ultimo che, a giudizio della Cgil, indebolisce la funzione del contratto nazionale. Inoltre, l’ipotesi sottoscritta assume i contenuti del collegato sul lavoro, sul quale la Cgil ha espresso analogo dissenso, a partire dalla certificazione.
“Ma l’ipotesi di accordo, si legge in una nota del sindacato, contiene altri punti negativi, come quello relativo alla malattia, che prevede la fuoriuscita dall’Inps, attraverso il pagamento diretto da parte delle aziende e il peggioramento della normativa sul pagamento dei primi tre giorni. La stessa contrattazione di secondo livello esce ridotta e fortemente condizionata dalle deroghe, smentendo quello che era l’obiettivo primario dell’accordo separato sulla riforma del modello contrattuale”.
Nel complesso, per la Filcams Cgil “è un accordo che risente indubbiamente della crisi del settore, ma che scarica sul lavoro il suo costo principale, quando, al contrario, la crisi stessa richiederebbe un forte investimento qualitativo sul fattore umano”.
La Filcams Cgil chiederà adesso alle altre organizzazioni sindacali di sottoporre alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori interessati l’ipotesi di accordo, all’esito della quale si riterrà vincolata. Questa prova democratica sarebbe il più importante contributo a evitare il deterioramento di una esperienza unitaria, che in questo settore ha consentito la realizzazione di importanti risultati sindacali.
“Un contratto definito entro 60 giorni dalla scadenza così come previsto dai nuovi assetti contrattuali e che garantisce ai lavoratori del settore nuove tutele legate anche alle prospettive di sviluppo locale e alle dinamiche aziendali” ha dichiarato Ferruccio Fiorot, segretario nazionale della Fisascat a margine della sottoscrizione. Per la Fisascat è un accordo positivo “che sancisce in pieno l’applicazione del patto per lo sviluppo del terziario sottoscritto tra le parti”. (FRN)