È stato presentato oggi al Cnel il rapporto “Dinamiche, evoluzione e prospettive delle imprese e dell’occupazione del “terziario” laziale. Il rapporto, realizzato da un gruppo interdisciplinare di ricerca coordinato dall’Università degli Studi Roma Tre, è giunto alla sua quinta edizione ed è stato commissionato dall’Osservatorio di Ebit Lazio, l’Ente Bilaterale del Terziario, Distribuzione e Servizi, costituito da Confcommercio e dai sindacati di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil del Lazio.
Ad aprire i lavori, il presidente Tiziano Treu, che ha sottolineato l’importanza di queste ricerche che permettono ai decisori politici e non solo di avere una buona base di dati che consentono di muoversi in modo più mirato all’interno dell’economia, in questo caso laziale e nel settore del Terziario. “Servirebbero più osservatori di questo tipo in ogni Regione e Comune” ha sottolineato Treu, osservando che spesso la tendenza è ci si concentra solo sull’industria: “Ci sarà una presentazione del Mise in cui saranno indicati i progetti consistenti dei prossimi anni, una delle linee di investimento più consistenti e sarà interessante la materia, ma è quasi tutta industria; è vero che è la spina dorsale e va bene discuterne, ma Il terziario – ha concluso – è quasi due terzi della vita e del futuro del Paese”.
Il Rapporto si riferisce al primo semestre del 2021. In particolare, per quanto riguarda il Pil regionale del Lazio nel 2021, secondo le stime della Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno), dovrebbe crescere del 4,6%, dopo il tonfo del 2020 (-8,1%). In aumento anche l’occupazione, con +1,5%, rispetto al -2,4% del 2020. Previsioni positive anche per le esportazioni, che nel 2021 dovrebbero far registrare un aumento pari al 7,5%, dopo il forte ribasso del 9,3% nel 2020.
Inoltre, nel 2022 il Pil dovrebbe tornare ai valori pre-Covid del 2019, mentre l’occupazione e il commercio con l’estero potrebbero addirittura far registrare prestazioni migliori. L’unico dato lontano dai valori del 2019 sarà quello relativo ai consumi privati.
“Una delle novità della ricerca – ha sottolineato Silvia Ciucciovino, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, Consigliere Cnel e Prorettore Università Roma Tre – è stata la scelta di delimitare per la prima volta il settore Terziario non più attraverso il contratto collettivo del Commercio-Terziario, in passato preso come punto di riferimento nelle nostre ricerche, ma è stata allargata la visuale mettendo in comparazione diversi contratti collettivi del Terziario applicati nel Lazio. Questo permette di fare una analisi comparativa per vedere il grado di applicazione del contratto collettivo assicurato dalle sigle maggiormente rappresentative rispetto ad altre sigle che affollano, come sappiamo, il settore del Terziario. Il fenomeno della proliferazione dei contratti è noto – prosegue Ciucciovino – il Cnel ha promosso una legge, che adesso è diventata realtà, cioè di coordinamento delle banche dati Cnel-Inps sulla contrattazione collettiva. Quindi questa ricerca comincia a essere un primo passo – conclude – che verrà raffinato sempre di più con l’attuazione di questo nuovo codice unico dei contratti collettivi per permettere di analizzare non soltanto i dati quantitativi, ma anche qualitativi.”
Da quanto emerge dalla ricerca per quanto riguarda le assunzioni, il confronto con il 2020 presenta nel Lazio una ripresa pari al 18,3%, mentre il confronto con il 2019 evidenzia un calo del 17,8%. Inoltre, nel primo semestre del 2021 il comparto contrattuale del terziario nel Lazio ha fatto registrare 58 mila assunzioni, in aumento di circa 9 mila unità rispetto al primo semestre del 2020, con un incremento tendenziale del 18,3% (migliore rispetto al livello nazionale, che si è fermato al 14,4%). I dati crescono soprattutto a partire dal mese di aprile, mentre la domanda di lavoro a giugno del 2021 era in calo solo del 2,4% rispetto a giugno del 2019. Si tratta di dati che fanno sperare in un secondo semestre in linea con i dati pre-pandemia.
“Interessante, soprattutto per le parti sociali, il dato che racconta la composizione contrattuale del settore, l’evoluzione e la penetrazione dei contratti diversi da quelli sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative – ha sottolineato Alessandra Pelliccia, segretaria generale della Filcams Cgil Roma e Lazio – perché quell’evoluzione va letta dentro al processo di crisi e trasformazione che stiamo vivendo. Molto interessante anche la fotografia sui dati delle attivazioni e la chiarezza della ricerca nello specificare come quel dato non racconti il (reale) numero degli occupati, dato che il Terziario è caratterizzato anche da una stagionalità o quota di contratti non a tempo indeterminato ed è quindi un aspetto che va letto con attenzione”.
La ricerca, analizzando nel dettaglio l’aumento della domanda di lavoro nel settore terziario nel Lazio, ha evidenziato come le attivazioni di lavoro femminile siano aumentate del 23,3%, quindi più degli uomini (+15,5%). Inoltre, è molto alto l’incremento dei giovanissimi fino ai 24 anni di età (+29,6%), seguiti dalla classe di età immediatamente successiva dei 25-34enni (+23,8%). La richiesta di lavoro, infine, si rivolge soprattutto verso lavoratori con un livello di istruzione elevato (+34,3 di laureati e +22,9% di diplomati).
“Leggo sul rapporto che nel 2019 in Italia – ha spiegato Stefano Diociaiuti, segretario generale Fisascat Cisl di Roma e Lazio – le aziende che hanno applicato il contratto del Terziario, che sono 48 su 900 totali, hanno effettuato circa 1.100.000 assunzioni, pari al 13,4% di tutte le attivazioni nazionali del settore privato. Mi sembrano dati interessanti, che dimostrano una vivacità del settore che comunque è alle prese con la pandemia. Nel 2021 la quota di attivazioni per Confcommercio è passata dal 51,1% al 71,9%. È un passo in avanti che ci fa ben sperare, perché la quota di rappresentatività passa dal 94% al 98%. Spero che queste siano le condizioni per fare sempre meglio. Sappiamo bene che il dumping contrattuale ha conseguenze nefaste per tutti e per sconfiggere questa piaga bisogna partire dai criteri di rappresentatività dei sindacati e parti datoriali. Naturalmente, coinvolgendo tutte le istituzioni.”
Per quanto riguarda il processo di espulsione delle imprese dal sistema economico, nel secondo trimestre del 2021 nel Lazio si è passati da 500.616 unità (secondo trimestre del 2020) alle 499.280 del 2021, con un calo di 1.336 imprese attive. Il terziario conferma questa tendenza negativa: nel periodo tra giugno 2020 e giugno 2021 il numero di imprese attive nel settore è calato di quasi 3.000 unità (da 274.700 a 271.488). Tra i settori più colpiti il commercio all’ingrosso e quello al dettaglio.
Inoltre, il Lazio è tra le regioni italiane più colpite dal fenomeno, e Roma la provincia con la performance peggiore (-4,6% di imprese attive nel commercio nel II trimestre 2021 rispetto al II trimestre 2020). Nella regione, invece, si registra un saldo positivo consistente per le attività immobiliari (+1.648 imprese nel confronto giugno 2019-giugno 2021) e per le attività professionali (+2.009 nello stesso periodo). Cancellazioni d’impresa: nel Lazio ogni giorno 41 saracinesche abbassate per sempre nel commercio.
Per Roberta Valenti, segretaria Uiltucs Uil di Roma e Lazio, istituzionalizzare l’Osservatorio “è un fatto inevitabile, perché diventa uno strumento di lavoro che ha veramente una valenza bilaterale. Utile per le imprese, che hanno bisogno di strumenti per essere più competitivi e utile le parti sociali, che hanno bisogno di adattare la loro azione a un contesto che muta in continuazione. Quindi quale migliore occasione che desumere indirizzi di lavoro da una diagnostica strutturata sul nostro territorio. I dati proliferano, grazie anche a internet, ma in genere il problema è l’organizzazione di questi dati, la capacità di lettura, come li si mette a sistema e renderli fruibili per imprese e parti sociali.”
“L’incrocio e l’analisi dei dati è fondamentale per conoscere il settore e per definire le strategie e gli strumenti per la ripresa”, hanno dichiarato Guido Lazzarelli e Vittorio Pezzotti, presidente e vicepresidente di Ebit Lazio. “Ora è necessaria una sinergia tra tutti i protagonisti, per traghettare il terziario verso una crescita strutturale, con lavoro di qualità. Per realizzarlo – concludono i vertici di Ebit Lazio – sarà indispensabile sfruttare tutte le opportunità offerte, come la realizzazione delle opere per il Giubileo del 2025, l’organizzazione di Expo 2030, l’utilizzo virtuoso delle ingenti risorse previste dal Pnrr”.
Infine, il direttore Confcommercio Roma, Romolo Guasco, ha proposto di allargare l’applicazione della metodologia delle relazioni industriali anche nei confronti delle istituzioni locali: “Siamo in presenza di un consolidato metodo di lavoro tra sindacati e parti datoriali, ha preisato Guasco– parti che trovano degli accordi, firmano dei contratti, stabiliscono dei processi, così come una bilateralità e così via. Credo che questo metodo serio di lavoro vada esteso, non solo dalle parti ma anche nelle istituzioni. In alcuni casi questo viene fatto, come la gran parte delle politiche del lavoro svolte in Regione ha a sua volta una espressione e un tema di partenariato. Quindi lancio una proposta – conclude – anche nelle istituzioni locali si sviluppi questa capacità di istituzionalizzare i processi, e non parlarsi solo all’ultimo momento tramite i giornali”.
Emanuele Ghiani