Nulla di fatto nell’incontro di trattativa concluso da poco tra governo e parti sociali sul piano esuberi annunciato da Telecom.
Sugli esuberi “ho la sensazione, o meglio la certezza, che le posizioni di sindacato e azienda siano inconciliabili”. Ha commentato il segretario generale della Slc Cgil, Emilio Miceli, al termine dell’incontro. A suo giudizio, infatti, “l’azienda vuole fare ricorso a strumenti coercitivi, mentre noi abbiamo una pregiudiziale sui licenziamenti e le forme surrettizie di ammortizzatori sociali, legate solo alla necessità di mettere fuori dei lavoratori”.
Quindi ha proseguito il sindacalista, “ora aspettiamo che il governo intervenga nel negoziato, che faccia proposte, perché finora ha solo raccolto e non è mai intervenuto”. E aggiunge che fin quando non sarà chiara la posizione del governo il sindacato non potrà valutare “se andare avanti o interrompere il negoziato”. Riguardo alle procedure sugli esuberi Miceli ha sottolineato: “Devo ritenere che l’azienda non procede unilateralmente alla riapertura della procedura, altrimenti lo avrebbe manifestato al tavolo”. Inoltre Miceli ha assicurato che il fronte sindacale è unito: “Ha una posizione molto solida e unanime, per questo siamo anche ottimisti”.
“Abbiamo un profondo rispetto per questo tentativo e speriamo che il tavolo prosegua finché non si arrivi a una soluzione”. Ha detto Antonio Migliardi, capo del personale di Telecom Italia, lasciando il tavolo sugli esuberi aperto al ministero dello Sviluppo economico. Alla domanda se rimarranno congelati i 3.700 licenziamenti avviati da Telecom prima dell’apertura del confronto, Migliardi ha lasciato intendere che finché c’é il tavolo la situazione non cambierà.
La convocazione per il successivo incontro è prevista nei prossimi giorni. (FRN)