A Strasburgo, di fronte al Parlamento Ue si sono date appuntamento stamani le organizzazioni europee dei sindacati del settore agro-alimentare e turismo (EFFAT), trasporti (ETF) e costruzioni (EFBWW), per chiedere alle istituzioni europee di combattere lo sfruttamento del lavoro nelle catene di subappalto e nell’intermediazione di manodopera per tutti i lavoratori in tutti i paesi dell’Unione. Sono arrivati gruppi di sindacalisti da tutto il Continente, compresi i sindacati di categoria italiani. Dal palco si sono alternati interventi e testimonianze.
La manifestazione intitolata “Stop exploitation”, “Basta sfruttamento”, fa parte della campagna #limitsubcontracting, che ha come obiettivo garantire parità di trattamento ai lavoratori nelle catene di subappalto, regolamentare il ruolo di tutti gli intermediari di lavoro, rafforzare frequenza ed efficacia di ispezioni e controlli e garantire un alloggio dignitoso a tutti i lavoratori migranti.
Per affrontare questi temi l’Effat – la Federazione europea dei sindacati per l’alimentazione, l’agricoltura e il turismo – ha avanzato nei mesi scorsi la richiesta di una direttiva Ue ad hoc. “La presenza endemica di intermediari di lavoro non regolamentati e di subappalti abusivi in agricoltura, nella trasformazione alimentare e nel settore ricettivo, sta normalizzando lo sfruttamento – spiega Kristjan Bragason, segretario generale dell’Effat -. Queste pratiche sono una macchia sul nostro modello sociale e sul mercato del lavoro europeo. Come sindacati, chiediamo all’Ue di sradicarle”.
Sul fronte dell’agroalimentare, il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni presente a Strasburgo ha sottolineato come “la legge 199 contro il caporalato e lo sfruttamento, conquistata con le nostre battaglie – ha precisato – si difende anche chiedendo che tutti i Paesi europei adottino misure concrete per affrontare questi fenomeni che non sono solamente italiani, ma frutto di un modello di sviluppo neoliberista che produce precarietà e meno diritti in tutto il Continente”.
Della stessa linea Enrica Mammucari, segretaria generale Uila Uil: “Nel settore agricolo – spiega Mammucari – “intermediazione illecita e lavoro nero sono la principale causa di sfruttamento delle persone e di dumping salariale. È quindi importante che l’Unione europea, dopo aver introdotto nel 2020 la condizionalità sociale degli aiuti nella riforma della Politica agricola comune (PAC), vada oltre e definisca una direttiva anche su questi temi, sui quali in Italia, grazie all’azione dei sindacati, sono già stati fatti importanti passi avanti, individuando soluzioni legislative che possono servire da esempio in Europa: dall’approvazione della legge 199 contro il Caporalato nel 2016, considerata come la più avanzata in Europa, all’applicazione nazionale della condizionalità sociale già dal 2023 e alla recente introduzione di misure di controllo sulle “imprese senza terra” e di un sistema informativo centralizzato per la lotta al caporalato in agricoltura, interventi però che per essere efficaci dovranno essere resi operativi con grande urgenza ”.
“Quella di oggi – ha affermato Onofrio Rota, Segretario Generale della Fai-Cisl – è stata una bellissima giornata di partecipazione e solidarietà con cui abbiamo sottolineato come i nostri settori siano tra i più vulnerabili in termini di subappalti abusivi e intermediazione illecita, in particolare per i lavoratori mobili e migranti, spesso vittime di discriminazioni, frodi e sfruttamento: questioni che conosciamo bene anche in Italia e che vanno arginate con la buona contrattazione e con una legislazione europea più avanzata capace di scongiurare forme di dumping al ribasso e concorrenza sleale tra paesi membri”.
Per quanto riguarda l’edilizia, i sindacati italiani del settore Feneal, Filca e Fillea hanno sottolineato in una nota congiunta come il sindacato voglia “sollecitare il Parlamento europeo appena eletto nel dare priorità a limitare il ricorso al subappalto e garantire parità di trattamento dei lavoratori, migliorando meccanismi di ispezione per proteggere i diritti degli operai anche a livello transnazionale”.
“In Italia abbiamo un gigantesco problema – proseguono i tre sindacati – rappresentato dalle stragi di Brandizzo e dell’Esselunga. Irregolarità e sfruttamento si amplificano nella lunga catena dei subappalti, aggravati dalla mancanza di controllo dell’intera filiera. Come sottolineato giovedì scorso nella relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla strage di Brandizzo, diventa urgente un maggior coinvolgimento di parti sociali e lavoratori nella definizione di procedure più efficaci e sicure, la qualificazione delle imprese in appalto alla formazione, fino all’obbligo del ‘badge elettronico’, un monitoraggio delle presenze in cantiere e una verifica sul campo di orari e inquadramento contrattuale”.
“È ora di dire basta in tutta Europa al ricorso sfrenato al subappalto, e noi continueremo la battaglia in Italia. A trent’anni dalla nascita del Mercato unico europeo, che per molti ha significato meno protezione sociale, pressione al ribasso sui salari e maggiore precarietà, la manifestazione di oggi rappresenta una grande occasione di richieste urgenti da inserire nell’agenda politica internazionale per il benessere e il futuro di tutti i lavoratori”, concludono.
Emanuele Ghiani