L’Assemblea di Strasburgo ha respinto oggi “nella sua versione attuale” l’accordo politico sul quadro di bilancio pluriennale 2014-2020, conseguito dai capi di Stato e di governo al vertice Ue dell’8 febbraio scorso.
“Questo è un giorno molto importante per la democrazia europea: per la prima volta, è successo anche qui, al livello europeo, quel che succede normalmente a livello nazionale, dove i parlamenti decidono se accettare o no le leggi di bilancio proposte dai governi”. Così, a caldo, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha commentato il voto.
“C’era da aspettarselo – ha osservato Schulz – visto che quasi tutte le richieste contenute in una risoluzione precedente dell’Europarlamento, approvata con 517 voti di maggioranza, erano state ignorate dai capi di Stato e di governo nel loro accordo. Con 506 voti, la risoluzione di oggi ha ottenuto praticamente la stessa maggioranza. Adesso – ha avvertito il presidente dell’Europarlamento – vogliamo essere presi sul serio nel negoziato con i governi Ue, per arrivare a un compromesso che migliori il bilancio comunitario”.
Strasburgo chiede in particolare che il bilancio sia reso più flessibile, con la possibilità di trasferire i fondi non spesi da un anno all’altro e da una categoria di spesa all’altra, che sia prevista una clausola di revisione di mezzo percorso (perché “nel 2020 non potremo condurre le politiche Ue con le stesse risorse del 2005”, ha detto Schulz), e che si punti in modo più risoluto a una riforma del sistema in cui nuove ‘risorse proprie’, come la tassa sulle transazioni finanziarie, sostituiscano gran parte dei contributi nazionali al bilancio Ue, oggi prevalenti. Bisogna evitare infine, ha concluso il presidente del Parlamento europeo, che il bilancio Ue vada in situazione di deficit annuale, a causa della divaricazione (oltre 40 miliardi di euro) proposta dal Consiglio europeo, fra stanziamenti per gli impegni e pagamenti effettivi.