Stop al governo da imprese e banche, per cui le modifiche sulla riforma del mercato del lavoro “sono inaccettabili”. In particolare Abi, Alleanza delle Cooperative Italiane, Ania e Confindustria contestano la diversa disciplina per i licenziamenti di natura economica e quella che va complessivamente configurandosi per i contratti a termine, specie per quelli aventi carattere stagionale.
Per imprese e banche “se queste notizie dovessero trovare conferma non può che ribadirsi che al Paese serve una buona riforma e che, piuttosto che una cattiva riforma, è meglio non fare alcuna riforma”. Del resto, secondo le associazioni “l’impianto complessivo della riforma già irrigidisce il mercato del lavoro riducendo la flessibilità in entrata e abolendo, seppur gradualmente, l’indennità di mobilità, strumento importante per le ristrutturazioni aziendali”.
Queste “maggiori rigidità trovavano un logico bilanciamento nella nuova disciplina delle flessibilità in uscita”. A fronte di questo equilibrio, Confindustria, Abi, Ania, Alleanza delle cooperative e le altre organizzazioni imprenditoriali “si erano risolte a sottoscrivere il verbale, proposto dal presidente del Consiglio, che concludeva il confronto tra le parti”. Le modifiche che oggi vengono prospettate sulla stampa “vanificano il difficile equilibrio raggiunto e rischiano di determinare, nel loro complesso, un arretramento piuttosto che un miglioramento del nostro mercato del lavoro e delle condizioni di competitività delle imprese, rendendo più difficili le assunzioni”.