Nessuno degli attuali siti di Stmicroelectronics, in Italia e nel mondo, verrà chiuso e ciascuno continuerà ad avere un ruolo e una missione specifica. È quanto assicurato dall’azienda in occasione del tavolo al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sono, poi, confermati tutti gli investimenti di Stm approvati e previsti in Italia e Francia. L’impatto complessivo e le soluzioni utilizzate per l’attuazione del programma globale dell’azienda saranno sostanzialmente equivalenti tra i due paesi.
Sul fronte dell’occupazione STMicroelectronics prevede che fino a 2.800 persone, a livello globale, lascino l’azienda su base volontaria, oltre al turnover naturale nei prossimi tre anni. Stm prevede che questi cambiamenti avvengano principalmente nel 2026 e 2027. “Nel corso del ridisegno della struttura produttiva nei prossimi tre anni, le dimensioni della forza lavoro e l’insieme delle competenze richieste evolveranno”, spiega Stm. “Sistemi avanzati di produzione faranno spostare ruoli dai processi tradizionali che comportano compiti manuali ripetitivi a una maggiore attenzione al controllo di processo, all’automazione e alla progettazione. ST gestirà questa transizione attraverso misure volontarie, con un impegno costante a un dialogo costruttivo e negoziazioni con i rappresentanti dei lavoratori in conformità con le normative nazionali vigenti”.
Quanto all’Italia, l’azienda ha sottolineato come il nostro Paese giochi un ruolo chiave nella strategia globale di Stm, sia per la ricerca e lo sviluppo che per la produzione. Confermati, infatti, gli investimenti per Agrate e Catania, come previsto dal piano 2025-27. Secondo quanto riferito da Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil, a Catania si conferma la produzione di wafer su piattaforma di silicio nel modulo M5 e verrà ultimato secondo i programmi entro il 2032 il nuovo sito dedicato al carburo di silicio.
Agrate rimane il centro per la ricerca tecnologica, la progettazione e la produzione di semiconduttori e verranno sviluppati diversi modelli. Per il sito l’azienda ha parlato di una crescita della produzione a 300 millimetri, raddoppiandola da qui al 2027. “Ma si tratta di obiettivi che sarebbero già dovuti essere raggiunti entro il 2025 sulla base di risorse pubbliche già erogate. Un intervento che sarebbe dovuto essere aggiuntivo, ma ora è diventato sostitutivo”.
Stm, infine, si è detta disponibile ad avviare un dialogo costruttivo con le parti sociali con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise ed evitare azioni unilaterali.
Sugli investimenti, continua Tibaldi, tra il 2018 e il 2026 l’azienda ha investito 12,7 miliardi in Italia, di cui 1,2 miliardi da sovvenzioni statali e crediti d’imposta. Nel triennio 2025-2027 gli investimenti saranno di 2,6 miliardi di euro per Catania e 1,2 miliardi di euro per Agrate.
“Alle organizzazioni sindacali è stato comunicato mesi fa un piano di riduzione del personale che è già partito in Francia. Come Fiom-Cgil chiediamo trasparenza e chiarezza, nonché corrispondenza tra il piano industriale e gli investimenti da un lato, e l’occupazione dall’altro. Al momento dal piano presentato oggi apprendiamo che c’è solo il blocco del turnover nel periodo 2025-2027, ma non sono specificati i reali effetti sull’occupazione”.
Al governo, il sindacato chiede di svolgere “un ruolo di garanzia sul perimetro occupazionale di STMicroelectronics, tanto più che si tratta di un’azienda a partecipazione pubblica. Non può esserci un piano industriale che riduce l’occupazione a fronte di investimenti pubblici e privati in un settore strategico per il nostro Paese come la microelettronica”.