“Al tavolo Stellantis al Mimit non c’è stato nessun passo in avanti né da parte del Governo, nè da parte dell’azienda. L’annuncio del ministro Urso di convocare il prossimo tavolo al Mimit il 16 dicembre per poi arrivare a un’intesa con l’azienda da siglare a Palazzo Chigi, è insoddisfacente”. Lo dichiarano Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità, e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil.
“Abbiamo bisogno nell’immediato della convocazione del tavolo a Palazzo Chigi in quanto è necessario coinvolgere anche gli altri Ministeri, altrimenti ci autoconvocheremo – proseguono – stiamo rischiando un `contro effetto domino’ nel senso che stanno tutti fermi ad aspettare gli impegni degli altri; ma si avranno effetti negativi, in particolare sulle lavoratrici e sui lavoratori di Stellantis e delle aziende della componentistica, se non si interviene nel breve periodo. Il Governo deve agire subito anche prima del confronto in Europa, e Stellantis deve dare risposte senza porre condizioni. Si conferma il disinvestimento del fondo automotive da parte del Governo, occorre rifinanziare le risorse tagliate dell’80% nella manovra. I 200 milioni di euro ripristinati, come annunciato oggi, per il 2025 sono del tutto insufficienti. Le risorse pubbliche, comunque, non devono essere utilizzate esclusivamente per gli incentivi, anzi per le nuove tecnologie e per la formazione necessaria ad accompagnare la transizione. E devono essere condizionate a vincoli alla produzione di nuovi modelli negli stabilimenti italiani e garanzie occupazionali. Da Stellantis oggi ancora non è arrivata nessuna novità sul piano industriale, e nessuna garanzia occupazionale. Occorre fermare le uscite incentivate dei lavoratori dagli stabilimenti e dai centri di ricerca e sviluppo. È ora che Stellantis investa davvero in Italia. Serve un pacchetto straordinario di risorse, nazionali ed europee, per rendere la transizione socialmente sostenibile, per garantire i lavoratori di Stellantis e della componentistica”.
Il leader della Fim, Ferdinando Uliano, al termine del confronto al Mimit ha sottolineato come “non siamo soddisfatti del tavolo perché pensiamo che bisogna alzare il livello di interlocuzione, perché il piano industriale presentato da Stellantis riferisce cose note che sapevamo già, serve una spinta in più. Per una spinta in più si va a Palazzo Chigi, non c’è niente da farà. E’ un anno che siamo qua, si perde tempo – ha aggiunto – la situazione peggiora sempre di più, da 750.000 siamo passati a 500.000 vetture, quindi per fare un salto in più bisogna chiamare chi ha le responsabilità di giocare una partita di scambio”.
“Ribadiamo la richiesta di convocazione di un incontro con Stellantis presso la presidenza del consiglio – ha precisato Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto al termine dell’incontro al ministero – giacché il tavolo automotive aperto da oltre un anno presso il Mimit fino ad ora si è dimostrato non solo inefficace, ma addirittura controproducente. L’aggiornamento al 16 dicembre presso il Mimit, proposto dal ministro Urso, rischia di rappresentare una ennesima pericolosa dilazione, né si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione che invece sembra in procinto di naufragare”.
“Le proposte di rilancio – spiega Ficco – del settore automotive, elaborate nelle sessioni tecniche all’unanimità, sono state lasciate inspiegabilmente cadere e anzi il Ministero ha di fatto interrotto le trattative per quasi un anno, permettendo che le cose precipitassero e che la produzione passasse dai circa 800 mila veicoli del 2024 agli scarsi 500 mila attuali”.
“L’incontro di oggi al Mimit purtroppo non è riuscito a invertire questa pericolosa deriva – sottolinea – e non è riuscito a risolvere nemmeno le questioni più urgenti, come il rafforzamento degli ammortizzatori sociali, senza il quale avremo ondate di licenziamenti nelle imprese dell’indotto, e la riduzione del costo dell’energia, più alto che in qualsiasi altro grande paese europeo; l’unico punto su cui esprimiamo sintonia col Mimit è la necessità di ottenere una modifica del micidiale regolamento europeo che sostanzialmente impone già nel 2025 quote di auto elettriche impossibili da vendere”.
“Anche sul fondo automotive – prosegue – non è stato smentito il deprecabile taglio da parte del Governo di 4,6 miliardi di euro ereditati dallo scorso esecutivo, ma ci si è limitati a prospettare un possibile stanziamento di qualche centinaio di milioni. La stessa Stellantis si è limitata a ribadire i lanci dei futuri modelli che già conoscevamo, salvo prospettare la candidatura di Pomigliano per una futura vettura del segmento small, ma siamo solo nel campo delle ipotesi”.
“Chiediamo di intraprendere a Palazzo Chigi un confronto effettivo – conclude Ficco – e di ripristinare nella sua interezza il fondo automotive. Dobbiamo provare ad ottenere da Stellantis lanci di vetture non esclusivamente elettriche, la conferma degli investimenti a Termoli, l’assegnazione della vettura small a Pomigliano e garanzie su tutti gli stabilimenti italiani, magari attraverso la sottoscrizione di specifici contratti di sviluppo e la valorizzazione del proficuo lavoro svolto con alcune delle Regioni interessate; al contempo urgono misure straordinarie per supportare la filiera dell’indotto ridotta allo stremo. Dobbiamo unire le forze per contrastare quel processo di deindustrializzazione dell’Italia e della Europa, che è partito proprio dall’automotive”.
E.G.