Presentato oggi a Roma l’accordo per la stabilizzazione delle ex lavoratrici con contratto di associazione in compartecipazione della Golden Lady. L’intesa, che riguarda 1200 dipendenti, è il risultato dell’accordo sottoscritto a luglio del 2012 tra l’azienda e i sindacati dopo l’entrata in vigore della riforma del mercato del lavoro. Infatti, la legge Fornero stabilisce che dal 18 luglio 2012 le grandi imprese non possano avere più di tre dipendenti con contratto di associazione in partecipazione.
La Golden Lady, anziché procedere alla trasformazione dei contratti, scelse la via dell’accordo con il sindacato, derogando alla legge Fornero con l’applicazione dell’articolo 8 della legge dell’agosto 2011, varata dall’allora ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. Sulla base di questa disposizione, è possibile derogare anche alle leggi nazionali per mezzo della contrattazione, sia nazionale che aziendale. Nello specifico l’intesa Golden Lady rimandò di un anno l’applicazione della riforma Fornero per aver modo di valutare i singoli rapporti di lavoro e salvaguardare per quanto possibile l’occupazione. La nuova intesa arriva quindi all’avvicinarsi della scadenza prevista dalla deroga.
L’accordo prevede che i 1200 contratti di associazione in compartecipazione siano trasformati i lavoro subordinato indeterminato, anche a tempo parziale. Le nuove assunzioni sono riconducibili all’inquadramento di secondo livello del contratto nazionale del tessile moda. In alcuni casi verrà applicato anche l’inquadramento di terzo livello, che verrà riconosciuto a quei lavoratori che lavorano nei punti vendita di maggiore dimensione e con una struttura logistica più articolata e sempre che svolgano mansioni con alto grado di responsabilità. Inoltre, è prevista la possibilità di assumere gli associati in partecipazione con il contratto di praticantato laddove lo consente la legge.
Al fine di migliorare la competitività, il servizio alla clientela, le prospettive occupazionali e la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, l’accordo prevede l’adozione di schemi di orario proposti dai lavoratori che consentano di programmare settimanalmente le effettive presenze al lavoro. Inoltre, in alcuni casi i dipendenti potranno svolgere un orario superiore a quello contrattuale, anche se non oltre quello previsto dal contratto collettivo. Stabiliti anche degli accordi transattivi con ogni singolo dipendente, per evitare che rimangano pendenze, da una parte come dall’altra, nel passaggio tra il vecchio e nuovo contratto. Infine, l’intesa prevede alcuni momenti di verifica.
Molto soddisfatte le parti sociali. Il responsabile delle relazioni industriali di Golden Lady, Federico Destro, ha detto che l’accordo rappresenta la volontà dell’azienda di investire sui giovani e sul lavoro femminile. Destro ha fatto notare che si è deciso di andare avanti nonostante in questi giorni si stia palando di possibili modifiche alla legge Fornero sul mercato del lavoro. Inoltre, ha detto, “spera che questo accordo sia un modello per tutte le altre aziende che hanno un alto numero di lavoratori con contratti di associazione in partecipazione”.
“Un risultato non scontato – ha commentato Stefania Pomante, segretaria nazionale Filctem-Cgil – dopo 12 mesi di intenso lavoro per mappare la rete vendita e censire tutte le lavoratrici coinvolte”. “Stiamo parlando in gran parte – ha spiegato – di giovani lavoratrici che avevano forti difficoltà a fruire della maternità, delle ferie, del trattamento di fine rapporto nonostante svolgessero una attività che aveva tutte le caratteristiche del lavoro subordinato. Ora questa contraddizione è stata sanata”
Il segretario generale della Femca Cisl, Sergio Gigli, ha invece auspicato che questo accordo “faccia riflettere sull’importanza di coinvolgere le parti sociali nelle possibili riforme della legge Fornero”. “Il fatto stesso – ha proseguito – che dopo pochi mesi si discuta già di possibili cambiamenti dimostra che, quando le leggi le fanno professori abituati a leggere libri sull’argomento, ma senza alcuna esperienza sul campo e senza alcuna volontà di condividere le scelte con le parti sociali, si fanno solo danni”.
Molto soddisfatto per l’accordo anche Carmelo Prestileo della Uiltec, secondo il quale l’intesa rende nuovamente centrale il contratto a tempo indeterminato:“Proprio perché come sindacato siamo sempre stati attenti a comprendere le nuove esigenze delle imprese e abbiamo aperto a forme di flessibilità, abbiamo potuto riportare al centro delle relazioni industriali dell’azienda il contratto subordinato a tempo indeterminato”.
Luca Fortis