Al 18° congresso nazionale dello Spi Cgil che si terrà a Riccione nelle tre giornate del 27, 28 e 29 aprile 2010 si parlerà di welfare locale, del ruolo della contrattazione territoriale sociale e del contributo fondamentale che i pensionati danno all’economia del paese.
Per questo lo Spi ha deciso di commissionare all’Ires una ricerca per quantificare in termini economici il contributo della popolazione anziana allo sviluppo italiano.
Il segretario generale dei pensionati della Cgil, Carla Cantone, ha ribadito, nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto Ires, la grave situazione che stanno vivendo gli anziani in Italia, con 16 milioni di unità che percepiscono una pensione inferiore ai 1.200 euro, 6 milioni prendono al di sotto dei 700 euro e 4 milioni meno di 500 euro.
Nonostante ciò gli anziani, come evidenzia il rapporto Ires, contribuiscono attivamente allo sviluppo del paese attraverso il lavoro di cura, rivolto ai nipoti o a persone non autosufficienti della famiglia, e il volontariato. In entrambi i casi, sottolinea l’Ires, è un lavoro non retribuito che dovrebbe integrare servizi sociali, senza però andarli a sostituire come di fatto fa a causa di un welfare sociale ancora troppo debole in Italia.
In particolare, secondo la ricerca, il valore delle attività non retribuite svolte dagli anziani, tra l’attività di aiuto informale, il sostegno ai carichi familiari in quanto nonni e l’impegno in organizzazioni di volontariato espresso in termini economico-monetari assoluti, ammonta ogni anno a circa 18,3 miliardi di euro (dunque al 1,2% del Pil). Il contributo degli anziani inoltre genera economie esterne positive, specie a favore delle donne, in relazione alla loro occupabilità. Secondo l’indice Ires infatti l’aiuto gratuito dei nonni può sostenere l’occupazione di 800 mila donne (in termini puramente aritmetici un contributo pari a circa il 2,4% del Pil). (FRN)