Per la leader della Cisl, Annamaria Furlan, che nei prossimi giorni siederà al tavolo del governo, bisogna restituire centralità agli accordi individuali e collettivi, ma per raggiungere lo scopo occorre “un protocollo d’intesa – precisa in una intervista a “La Stampa” – che individui nelle relazioni industriali il luogo dove costruire solidi affidamenti su autonomia e responsabilità del lavoratore, tutela del salario e dell’orario, formazione continua, diritti fondamentali alla privacy e alla disconnessione, salute e sicurezza.”
“Questa forma non contrattuale di ‘home working coatto’ – spiega Furlan – obbliga il lavoratore a stare a casa per la pandemia. Si tratta di impostare limiti sulle fasce orarie, ma anche di valorizzare l’autonomia della persona di operare dove e come meglio crede”.
“Penso che lo smart working – prosegue – sia un’opportunità formidabile per coniugare produttività e benessere del lavoratore, buona flessibilità e sostenibilità ambientale e sociale, inclusione e conciliazione vita-lavoro”, tuttavia per fare questo “occorre restituire la materia alla contrattazione. Ogni innovazione contrattuale resta inutile di fronte alle deroghe introdotte in questi mesi, che permettono alle aziende di operare in modo unilaterale”.
E.G.