Ferdinando Argentino, Piero Lucia
L’onda. Lotte sindacali nel salernitano dal secondo dopoguerra ai giorni nostri
Ferdinando D’Amato Editore
I due sono sindacalisti tessili, con un ruolo ben evidente nelle vicende nazionali della categoria (la Filtea della Cgil). Al tempo stesso dirigenti generali anche in altri ruoli e differenti categorie, la confederazione, la politica, le istituzioni. Prendono servizio nel sindacato tra il 1960-1970.
Oltre 350 pagine. Si richiama l’inizio del secolo passato. “Il censimento del 1903 rileva in provincia di Salerno l’esistenza di 2.895 aziende industriali con 21.895 dipendenti”. A Nocera Inferiore la Camera del Lavoro nasce nel 1902.
Il titolo sintetizza una storia. Un movimento che avanza e ottiene conquiste; poi subisce arretramenti, ma non cede e ritorna ad avanzare; ma non è mai finita. Come l’onda.
Al centro le lotte dei tessili. Ma Snia, Ideal Standard, Pirelli, Stet, Alcatel, Pennitalia, le vetrerie, le ceramiche, il pastificio Amato, le aziende conserviere e l’agricoltura. Tante altre aziende. Il terremoto; gli scontri di Battipaglia (dopo che c’era stata Avola); le battaglie per chiudere il manicomio.
Un padronato spesso inaffidabile alla continua ricerca di sovvenzioni statali anche strumentalizzando giuste lotte sociali che troppo spesso devono pigliarsi la soluzione di cassa integrazione a fronte di prospettive false o inconsistenti e promesse di ricollocazione in nuove imprese che poi ci ricascano.
Puntigliose, quanto rappresentative di storia vera, le descrizioni di ogni vicenda con manifestazioni, trattative, incontri ai ministeri, la solidarietà delle forze politiche e delle popolazioni con luoghi, nomi e cognomi, protagonisti di ogni storia. Insomma un vero e proprio lavoro di ricostruzione, eseguito con rigore storico, ma con la passione di chi c’era essendo soggetto attivo delle vicende.
Padroni come la Marzotto che si lamentano della concorrenza derivante dai laboratori sommersi del terziario che poi sono loro stessi a organizzare e sfruttare.
Ho avuto parte diretta, per la Segreteria nazionale, nelle vicende Marzotto e MCM (Manifatture Cotoniere Meridionali). La Marzotto aveva pilotato le assunzioni con cura tenendo fuori i “sovversivi”. Si è trovata in casa la Cisnal che pretendeva di negoziare la carriera dei suoi e privilegi che concorrevano a rendere malgovernabile la fabbrica fino a punte di assenteismo davvero fuori misura. Le MCM soffrono di un padrone (l’Eni) al quale non interessa l’attività tessile che è considerata un incidente col quale la politica gli ha rifilato una “sola”. I vertici aziendali non vanno al di là del tirare a campare.
I nostri smentiscono una cosa che mi è capitato di dire in talune occasioni e cioè: “Come può esistere un sindacato serio se non è serio il padrone?”. Invece si dimostra che anche di fronte a un padrone incapace, prepotente e di fronte al malaffare come in taluni casi ci si è trovati ad operare; per il sindacato non c’è altra via di proposte capaci di “stare in piedi”, lotte serie per sostenerle anche talvolta occupando la ferrovia se proprio non ti ascolta nessuno, avendo cura di una unità tra Cgil Cisl Uil spesso fragile e contraddittoria, ma che è sempre la minima condizione per rendere possibile un risultato.
E’ permanente la necessità di combattere contro il sottosalario e per il rispetto dei Contratti di lavoro. Non saprei dire in quale fase sia, al proposito, l’onda attuale.
E’ sbalorditiva la quantità di nomi citati. Non solo di dirigenti, ma lavoratori, delegati, attivisti. Non soltanto di sindacato. Qualcuno a Salerno deve avere allestito un archivio di notevole qualità. Il contrario di ciò che accade talvolta quando un nuovo dirigente arriva a butta le carte vecchie “che la storia comincia adesso”.
Aldo Amoretti