Le organizzazioni sindacali di categoria dei chimici Filctem-Cgil ,Femca-Cisl e Uilcem-Uil esprimono forte preoccupazione per le conseguenze del provvedimento del Governo sulla riduzione di prezzo,fino al 40%, dei farmaci generici. Secondo i sindacati “la notizia è positiva se osservata solamente dal versante del Bilancio dello Stato, ma temiamo l’effetto negativo che questo provvedimento potrebbe avere sul sistema industriale del settore, che già da alcuni anni è in una fase di forte riorganizzazione che ha già generato quasi 10.000 licenziamenti”. “L’effetto positivo del provvedimento – si legge in una nota congiunta – rischia di essere annullato per le conseguenze, già annunciate, legate alle scelte delle imprese di decentrare le attività produttive in altri paesi e di ridurre i costi tagliando ulteriormente l’occupazione”.
“Come sosteniamo – prosegue – da anni in Italia il settore farmaceutico è pesantemente penalizzato dalla assenza, a tutti i livelli istituzionali, di una strategia di politica industriale, a fronte di una convinzione errata che considera tale settore protetto. Nulla di più sbagliato: le aziende di questo settore competono nel mercato globale confrontandosi con aziende di altri Paesi che ricevono dai loro rispettivi Governi sostegno industriale e forti incentivi alla Ricerca e Sviluppo, perché hanno capito che è un settore strategico in termini di innovazione, di occupazione qualificata, per la salute e il benessere sociale che produce per i suoi cittadini e non solo per le dinamiche economiche che esso genera in termini di entrate per lo Stato”.
“Ben venga – conclude – la riduzione complessiva della spesa sanitaria (di cui quella farmaceutica rappresenta il 16% circa) ma questo non può e non deve avvenire ledendo il diritto alla salute e alle possibilità di cura delle persone. L’Italia, di questo passo,si ridurrà a essere un Paese deposito di farmaci la cui ricerca e produzione sarà fatta altrove. Le stesse aziende soprattutto quelle multinazionali continueranno ad essere presenti solo sul versante commerciale per l’importanza del mercato(il 6° a livello mondiale), ma produrranno e faranno Ricerca e Sviluppo in altri Paesi”. (LF)
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